Una sfilza di «non ricordo» come laconica risposta a ogni domanda degli investigatori della squadra mobile che per ore lo hanno sottoposto a un fuoco di fila di domande. E poi lo sguardo evasivo e i modi distanti e insofferenti di chi non ha alcuna intenzione di collaborare. «Sono sveglio dalle 4 di stanotte, non ho mangiato, sono stanco». Infine, davanti al pm Francesco Ciardi, si è avvalso della facoltà di non rispondere Attia Henns, 47 anni, egiziano incensurato (ha un vecchio precedente per guida senza patente) e ora accusato di aver impugnato il coltello che nella notte tra lunedì e martedì in un appartamento al primo piano di viale Monza 101, ha ucciso il connazionale e convivente 30enne Gerges Milad Sheker Camel, un muratore regolare in Italia. Difeso dall'avvocato d'ufficio Pietro Gilberto Pennisi, stamattina, proprio nelle stesse ore in cui verrà fatta l'autopsia sul cadavere del muratore, il fermato sarà interrogato a San Vittore dal gip Valerio Natale per la convalida dell'arresto. E poco importa se si dovesse trincerare ancora una volta dietro il silenzio. A inchiodare l'assassino ci sono infatti le immagini di una telecamera privata e interna allo stabile di viale Monza, sequenze che hanno immortalato quasi ogni fase cruciale dell'omicidio. In particolare la scena finale, quella svoltasi sul ballatoio dell'appartamento con ringhiera stile «Vecchia Milano», dove il povero Gerges si è accasciato a terra dopo essere stato raggiunto da una profonda coltellata alla gola. Un'arma, quel coltello, usata con tale foga dall'omicida che al momento di sferrare un ultimo fendente la lama si è staccata.
Certo, sarebbe interessante comprendere cosa ci sia dietro questo omicidio all'apparenza immotivato, qual è il movente, visto che in questura escludono sia ragioni legate alla criminalità, sia al credo religioso. Inoltre al momento del fatto nell'appartamento erano tutti sobri e non sotto l'effetto di sostanze.
Per adesso, però, gli investigatori sono in possesso solo di particolari di contorno che al massimo possono fare da sfondo alla vicenda. Si sa infatti che l'assassino era il padrone di casa del morto e che subaffittava per 150 euro al mese una stanza anche a due nipoti (uno dei quali è stato indagato dalla polizia per concorso in omicidio perché all'inizio si è mostrato particolarmente reticente), che vittima e assassino dormivano insieme in una stanza a due letti e che in una terza camera c'erano altri due immigrati egiziani, uno dei quali è fuggito dall'appartamento subito dopo il fatto di sangue presumibilmente perché essendo senza permesso di soggiorno non voleva finire nei guai.
La prima coltellata è stata sferrata nella camera da letto dove è nata la lite, mentre in casa tutti dormivano, poco dopo le 4.30. Quando i ragazzi si svegliano per il trambusto il muratore era già cadavere sul ballatoio. A quel punto, nonostante lo zio lo minacci, il nipote avverte i soccorsi. Le riprese della telecamera mostrano quindi quel che era appena accaduto: Henns insegue Gerges sul ballatoio armato di una sedia, ma non riuscendo a farla passare dalla porta, brandisce nuovamente il coltello e si avventa su di lui.
Il fermato potrebbe avere «problemi relazionali», come ipotizza chi l'ha incontrato in queste ore?
Secondo il suo legale Henns - che ha moglie e due figli che vivono in Egitto e ha gestito per anni un bar a Quarto Oggiaro - non è in cura. Ma la posizione dell'egiziano, sotto questo profilo, è ancora in fase di accertamento.
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