Una festa in Duomo per i 23 preti di domani

(...) Ci sono poi i sette ammessi tra i candidati al diaconato permanente, istituto ripristinato dopo il Concilio Vaticano II e che festeggia i venticinque anni di esistenza nella diocesi ambrosiana. Possono diventare diaconi permanenti anche gli uomini sposati: assistono i vescovi e i preti nella celebrazione dell'Eucaristia e la distribuiscono, benedicono il matrimonio, proclamano il Vangelo e predicano, presiedono ai funerali e si dedicano alla carità.
Nella lettera pastorale Alla scoperta del Dio vicino, con cui ieri l'arcivescovo, Angelo Scola, ha inaugurato l'anno liturgico, si parla della fede dei ministri ordinati e consacrati, con un invito a non cadere in tentazione, nello «scoraggiamento» o nello «scontento» o nella «mormorazione». Oppure nella «tentazione di ritenere legittimo cercare consolazioni compensative, addirittura trasgressive, nell'attaccamento a persone, cose, strumenti di evasione, oscurando il dono della verginità e del celibato». Insomma, un invito a vivere in pienezza il sacerdozio.
La lettera è indirizzata «a tutti i battezzati e per quanti vorranno accoglierla». E parla di temi della vita di tutti i giorni dei semplici fedeli, a partire dalla rassicurazione che «Dio è vicino a tutti», anche «ai divorziati risposati» (un articolo sul tema è a pagina 21 del Giornale).
L'arcivescovo ricorda che la «testimonianza» tocca a tutti, a partire dai laici. Invita i cristiani a non restare «muti» di fronte a «grandi questioni del nostro tempo come sessualità, matrimonio, economia, giustizia e politica». E a non cedere alla «tentazione di tollerare il dualismo che separa la fede dalla vita riducendo la fede a un sentimento individuale da nascondere per non disturbare nessuno». No a due opposti eccessi: «la tentazione di ridurre la fede cristiana a religione civile» e «la tentazione della diaspora».
Il cardinale Scola parla molto anche del dono della fede, per dire davanti alle telecamere che non bisogna considerarlo come qualcosa che non dipende dalla persona a cui è donato. «Dio è sempre a un millimetro da ogni uomo. E come dice san'Ambrogio, è semplicistico dire: “beato te che hai il dono della fede”.

Starei per dire che chi non ha il dono della fede non vuole averlo...». E scrive: «Sono incomprensibili gli atteggiamenti degli intellettuali che avvicinano Gesù perché amano discutere di tutto, ma non mettono mai in discussione se stessi».

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