Il Festival dell'eresia omaggio al libero pensiero

Incontri e dibattiti a Trivero, nel territorio dove venne messo a rogo «Fra' Dolcino»

Fra Dolcino, bruciato sul rogo nel 1307, predicava anche nelle terre piemontesi che gli avevano dato i natali. Sul Monte Rubello, sopra Trivero, nel Biellese, non distante da Novara, finì nel sangue l'avventura della sua Setta degli Apostolici, considerata una congrega di eretici dalla Chiesa di Roma. Nulla di strano se oggi Trivero meta, anche per i bellissimi dintorni, delle esplorazioni da weekend di molti milanesi organizza il primo Festival dell'Eresia. Dal 15 al 17 marzo incontri e iniziative - come una mostra di sculture e pitture, una passeggiata sui luoghi dolciniani a chiusura di festival domenica 18, il concerto di sabato sera a cura di Arturo Sacchetti - trattano del pensiero che scuote le coscienze e fa riflettere fuori dagli schemi. Pensiero eretico, in sostanza, anche se ai nostri tempi, per fortuna, non esistono più i roghi. I credenti che si rivolgono alla guida del papa (Francesco, per alcuni cattolici integralisti, è addirittura un eretico) formano una vasta comunità non monolitica. Molte le differenze che danno luogo a dibattiti e a scontri verbali, persino urticanti; oggi l'eresia dando alla parola un portato positivo, di ricerca della libertà è linfa vitale tra i credenti e tra i laici. «Eresia viene dal greco e vuol dire scelta», si legge nel manifesto che lancia il Festival di Trivero, composto da parole e frasi regalate da don Luigi Ciotti, presidente dell'associazione Libera.

Il Festival, nato da un'idea del medico Franco Bianchini, e organizzato dall'associazione culturale Il Prisma, ha il suo centro nel cinema teatro Giletti di Trivero. Giletti, come il celebre conduttore Tv: è infatti stato costruito negli anni Sessanta dalla famiglia di Massimo. Tra gli ospiti l'attrice Lucilla Giagnoni, che dialogherà sul tema «L'eresia è donna»; Grado Giovanni Merlo, che terrà una conferenza sugli eretici medievali; Gianluca e Massimiliano De Serio, che sveleranno i rapporti tra eresia e cinema. Grande importanza avrà un nome famoso del pensiero non allineato: don Lorenzo Milani, il prete fondatore della scuola di Barbiana, esperienza che ha segnato il modo di vivere l'insegnamento e la cultura rivolti alle classi disagiate. Esperienza che lo mise in urto con le gerarchie ecclesiastiche, facendone un modernissimo eretico. Di don Milani si parla sabato pomeriggio, con Agostino Burberi (che fu allievo a Barbiana), don Mario Marchiori (prete del territorio, discusso per aver ospitato Emma Bonino in chiesa) e il giornalista milanese Antonio Bozzo. Ma l'ospite più atteso è Vito Mancuso, filosofo e teologo che scrive libri seguitissimi, cosa non consueta per chi tratta argomenti simili.

Mancuso parlerà di pensiero libero, che è in fondo l'altro nome dell'eresia. Perchè «eretico è chi ha il coraggio di avere più coraggio», si legge nel manifesto che promuoverà Trivero tra i luoghi di libertà, dove tutti possono sentirsi a casa senza temere che le loro idee vengano soffocate.

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