Fiaccole in via Padova: basta stranieri

Fiaccole in via Padova: basta stranieri

Il segretario del Carroccio Matteo Salvini si è rifiutato di salire ieri al Quirinale dove il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano lo aveva convocato per il giro di consultazioni per l'incarico al nuovo premier e si è presentato alle 18 in via Padova per guidare la fiaccolata contro l'immigrazione clandestina. «I soliti riti romani della vecchia politica - ha spiegato - non mi interessano. Preferisco essere in mezzo ai militanti della Lega che proprio in queste ore hanno organizzato manifestazioni in cinquanta città contro gli irregolari e per chiedere più lavoro».
In cinquecento con fiaccole e bandiere hanno sfilato dall'angolo con via Pasteur e fino a piazzale Loreto, visto che il percorso originariamente stabilito con la questura è stato modificato all'ultimo momento perché il divieto a manifestare è stato ignorato dai partiti della sinistra, dai centri sociali e dalle associazioni anti razziste che si sono comunque date appuntamento alla rotonda di via Giacosa per impedire ai leghisti di sfilare. «Siccome c'è gente che intende la politica come violenza, pietre e bottiglie, noi siamo responsabili e, invece di andare da quella parte andiamo dall'altra - ha replicato Salvini - Se qualcuno ha bisogno di menare le mani per affermare le sue idee, quelle idee valgono davvero poco». In testa al corteo il segretario milanese Igor Iezzi che ha dato il via con lo slogan «Ma quale anti-razzismo, ma quale integrazione, ci avete rotto con questa immigrazione», l'assessore provinciale alla Sicurezza Stefano Bolognini e il consigliere comunale Massiliano Bastoni. Nessuno scontro, ma qualche battibecco quando da un balconcino che esponeva il Tricolore sono partiti insulti ai manifestanti. Qualche altra contestazione isolata e ai pali volantini appesi «Via Padova non è razzista». In distribuzione il numero straordinario del quotidiano leghista la Padania con il dossier «Immigrati, costo insostenibile». Con i numeri che parlano di 5 milioni e 200mila stranieri in Italia e di 185 milioni di euro di interventi e servizi sociali a favore di immigrati e nomadi in un anno. «La linea della Lega - ha spiegato il capogruppo della Lega in Comune Alessandro Morelli - è che finché gli italiani non avranno casa e lavoro, non deve entrare più nemmeno un immigrato». E a chi gli ha ricordato che l'Italia è stata terra di emigrazione, Salvini ha risposto che «l'immigrazione è benvenuta se rispettosa delle regole, altrimenti no.

Il modello? La Svizzera, ma anche il Canada, l'Australia e tutti i Paesi civili». Ricordando come ormai in tante zone di Milano come via Padova gli stranieri siamo la stragrande maggioranza. «Per gli italiani è un'invasione che porta solo risse e delinquenza».

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