C'è anche una testimone pesantemente minacciata nella vicenda giudiziaria sulle presunte infiltrazioni mafiose in Fiera Milano. Simona Mangoni, ex segretaria di Giuseppe Nastasi, è stata vittima di intimidazioni poco prima della deposizione al processo parallelo a quello contro il suo vecchio capo.
I fatti sono stati segnalati dal pm della Dda Paolo Storari. Mangoni lavorava con Nastasi, che è stato amministratore di fatto del consorzio Dominus ed è ritenuto dagli inquirenti vicino al boss Matteo Messina Denaro. Ed è stato condannato con il rito abbreviato a otto anni e dieci mesi di carcere. Nei mesi scorsi la sua ex segretaria ha ricevuto a casa anche una busta piena di escrementi, mentre una sua foto con la figlia sarebbe comparsa sul profilo Facebook del padre di Giuseppe Nastasi, Calogero. Anche quest'ultimo, presunto prestanome del figlio, è stato condannato con l'abbreviato a tre anni e otto mesi. Proprio nel periodo delle minacce Mangoni avrebbe dovuto testimoniare al processo a carico degli imputati che hanno scelto il rito ordinario. Tra loro, Liborio Pace, accusato di essere il braccio destro di Nastasi. La donna però si è avvalsa della facoltà di non rispondere. Possibilità prevista dalla legge, perché è imputata in un procedimento connesso. Anche lei ritenuta prestanome di Nastasi, ha patteggiato davanti al gup una condanna a tre anni di carcere.
Il pm Storari ha riferito delle minacce e ha chiesto e ottenuto ai giudici della Sesta sezione penale di acquisire i verbali delle dichiarazioni fatte da Simona Mangoni in fase di indagine. Anche in questo caso una strada prevista dalla legge quando «vi sono elementi concreti per ritenere che il testimone è stato sottoposto a violenza, minaccia».
L'udienza in cui la donna ha scelto di non rispondere alle domande risale a qualche giorno fa. Gli inquirenti la considerano «persona di fiducia» e «contabile» di Nastasi. Durante le indagini aveva dichiarato di aver «notato il giro di fatture» false creato dall'amministratore di Dominus. Il sistema sarebbe servito a creare fondi neri, in parte fatti arrivare a Cosa nostra.
Il consorzio Dominus ha ottenuto appalti da Fiera Milano, attraverso la controllata al 100 per cento Nolostand, per circa 18 milioni di euro (su un fatturato annuo di 20 milioni). Il Tribunale ha sottoposto Nolostand e il ramo di Fiera che si occupa degli allestimenti al commissariamento.
Sia nel processo in corso sia in quello con il rito abbreviato Fiera Milano spa e Nolostand sono parti civili rappresentate dall'avvocato Enrico Giarda in relazione all'accusa di associazione per delinquere aggravata dalla finalità mafiosa. Si è costituito parte civile anche il Comune.CBas
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