La filarmonica va in piazza a suon di opere russe e samba

Il pianista Matsuev eseguirà il "Primo concerto" firmato Ciajkovskij, poi i "Quadri" di Musorgskij

La filarmonica va in piazza a suon di opere russe e samba

E venne il tempo del Concerto per Milano 2018. Il nuovo «rito ambrosiano» che anche in questo giugno, il sesto consecutivo, diventa realtà in piazza Duomo. Domani sera, a partire dalle ore 21.30, la Filarmonica del Teatro alla Scala condotta dal suo direttore, il Maestro Riccardo Chailly, offrirà gratuitamente alla città settanta minuti circa di musica, pagine che fanno parte del repertorio russo.

Una festa all'insegna dell'arte delle note, un momento di aggregazione oceanico. Basti pensare che, a livello numerico, la partecipazione del pubblico fin qui è stata in media di 40mila persone. Anche questa volta, c'è da giurarci, i risultati non saranno da meno. Complice, anzi motore, un programma sì impegnativo ma tutto sommato subito riconoscibile, a partire dagli incipit. La prima opera che verrà intonata dall'orchestra scaligera è il «Concerto pianoforte e orchestra n.1 in si bem. min op.23» di Ciajkovskij. Al piano come solita Denis Matsuev, classe '75, considerato uno dei più importanti interpreti della sua generazione; per citare un elemento del suo profilo: nel 1998, all'età di 23 anni, ha vinto il primo premio al Concorso internazionale Ciajkovskij di Mosca, sbaragliando i concorrenti e dando una svolta alla sua carriera. Oggi è un uomo da 150 concerti l'anno. Altra musica, altra pagina sinfonica. Dopo il capolavoro di apertura, i «Quadri di un'esposizione»: l'inizio, conosciutissimo, porta dentro il mondo musicale di Musorgskij, altro gigante russo. La sua una delle partiture del Novecento proposte in mille e più versioni; basti ricordare per esempio - andando agli anni del rock progressivo - «Pictures at an Exhibition» degli Emerson Lake & Palmer. Ma non è finita qui.

Nel cartellone di quest'anno sono stati inseriti pure dei «bis». Il primo è ancora moscovita: si tratta di «Vocalise» di Rachmaninov, una «canzone», definita dal Maestro Chailly un «canto infinito» che sarà affidato ai violini primi, una melodia morbida e molto nostalgica per creare un altro clima. Tutto ciò prima del finale a sorpresa, che secondo i rumors dei giorni scorsi potrebbe essere «Tico Tico no Fubà» del compositore brasiliano Zequinha de Abreu, ma nulla di sicuro; in Scala l'argomento è rimasto top secret, al massimo si parla di una «sorpresa». A questo punto: musica maestro!

Riguardo la partecipazione, è ormai quasi scontato, come gli altri anni sarà assai copiosa. In centro garantiti diversi schermi per godersi lo spettacolo anche non stando necessariamente nella piazza, nelle altre edizioni gremitissima.

Un'iniziativa, va ricordato, possibile grazie anche ai contributi degli sponsor scaligeri, in questo caso tra i principali i big UniCredit (Jean Pierre Mustier, ceo Uni, è presidente della Filarmonica della Scala) e Allianz Italia che alla presentazione del «Concerto per Milano» fatta giorni or sono a Palazzo Marino è stata rappresentata dall'ad Giacomo Campora.

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