Cronaca locale

Finalmente Milano riapre. Ma viaggiare sarà un rebus

Contagi ancora in calo. Ripartono tutte le attività Fontana avverte: "Però la battaglia non è finita"

Finalmente Milano riapre. Ma viaggiare sarà un rebus

Da oggi Milano riapre quasi totalmente. La vita metropolitana riparte, seppur lenta. Con limitazioni di orario e regole severe per la sicurezza aprono piscine e palestre. Sono già attivi anche i musei, mancano all'appello solo cinema e teatri la cui ripresa è programmata per il 15 giugno. Anche all'Idroscalo ci sono novità. Da ieri è tornata l'area giochi, oggi tocca a piscine, solarium e centri sportivi, domani al ristorante e sabato alla balneazione gratuita in un'area delimitata della Riviera est. I dati di ieri sui contagi parlano di una situazione sotto controllo. I nuovi casi sono stati 210 in regione, i decessi purtroppo ancora 33. A Milano città si sono registrati 13 nuovi contagi, nell'Area metropolitana 32. «I nostri numeri sono positivi - sottolinea il governatore Attilio Fontana -, io non lo dico ad alta voce per scaramanzia ma soprattutto per evitare di dare la sensazione che abbiamo concluso questa battaglia. I nostri concittadini hanno fatto in modo che la battaglia possa presto concludersi, ma la battaglia non è conclusa». L'obbligo di portare la mascherina anche all'aperto rimane in vigore in tutta la Lombardia.

Il presidente della Liguria Giovanni Toti ha aggiunto: «I numeri dell'economia ci impongono di ripartire in fretta. Abbiamo bisogno di vincere il Covid ma anche di non far morire di fame l'Italia. Far ripartire l'economia tenendo chiuso il Paese non è possibile. È un rischio calcolato, non possiamo aspettare che scompaia il virus. E se non apriamo la Lombardia che vale 10 per cento del nostro Pil, non riparte il Paese». Ma l'orizzonte più ambito cui guardano i milanesi è quello di mercoledì, giorno in cui sarà finalmente possibile uscire dalla regione dopo quasi tre mesi. Treni e aerei saranno potenziati, le prenotazioni e l'acquisto di biglietti viaggiano a pieno ritmo. È anche arrivato il momento di programmare le vacanze estive. Su questo fronte però rimangono molte incertezze, le ferie tanto attese rischiano di diventare un percorso a ostacoli. Anche perché alcune regioni italiane potrebbero pretendere «patenti sanitarie» dai turisti lombardi. Le polemiche sono esplose con Sardegna e Sicilia, anche se i dati degli scorsi anni dicono che le due isole non sono tra le destinazioni preferite dagli abitanti della Lombardia. Nel 2018, secondo i numeri del Touring raccolti dall'Agi, solo il 3,9 per cento ha scelto la Sardegna. E il 2,3 per cento la Sicilia. Le regioni più gradite per le ferie sono invece: l'Emilia Romagna (19,4%), la stessa Lombardia (11,9%), il Trentino Alto Adige (10,1%), la Toscana (9,6%), il Veneto (9,5%) e la Liguria (7,6%). «Noi in Alto Adige - ha dichiarato il presidente della Provincia autonoma di Bolzano Arno Kompatscher - diciamo benvenuti anche agli ospiti che possono venire dalla Lombardia. Cerchiamo di prepararci bene alla stagione turistica, con tutte le cautele necessarie».

Per quanto riguarda l'Europa, molti Paesi hanno messo paletti per i viaggiatori italiani e lombardi in particolare. A partire dalla Grecia, meta molto amata dai milanesi. Fino al primo luglio il Paese è aperto ai turisti italiani, ma con limitazioni per chi proviene da Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia Romagna. I viaggiatori sono sottoposti al test all'arrivo, se è negativo il passeggero si mette in auto quarantena per sette giorni.

Se è positivo, viene messo in isolamento controllato per due settimane.

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