«È evidente che un evento di importanza mondiale come le Olimpiadi non può non vedere un investimento da parte dello Stato». Parola del Ministro dello Sport Vincenzo Spadafora che, intervenuto al Comitato di indirizzo per le Olimpiadi ha assicurato la partecipazione economica, ma non solo, del governo all'organizzazione dei Giochi del 2026. Davanti al presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti e di quello della Provincia di Bolzano, Arno Kompatscher, ai presidenti di Veneto, Luca Zaia e Lombardia, Attilio Fontana, del sindaco di Milano Beppe Sala, quello di Cortina, Gianpietro Ghedina, al presidente del CONI, Giovanni Malagò e a quello del CIP, Luca Pancalli, Spadafora ha assicurato che «il governo non potrà far mancare il proprio sostegno in tutte le forme necessarie». Replica alle accuse lanciate in mattinata dai governatori della Lombardia e del Veneto sul disinteresse di Roma alla fase preliminare dei giochi. «Il Governo ha finalmente chiarito che c'è la massima disponibilità a sostenere il progetto olimpico anche in termini economici e finanziari con gli stanziamenti necessari» ha commentato in serata il governatore Fontana.
Il ministro ha voluto tranquillizzare i soci anche sul rispetto dei tempi per la pubblicazione della legge, imprescindibile per poter partire, come aveva ricordato il presidente del Veneto Zaia: «Nonostante la crisi di governo che c'è stata, ritengo che possa essere confermata la data di novembre quanto meno per un passaggio in Consiglio dei ministri. Poi ci sarà l'iter parlamentare, ma faremo in modo che possa terminare in tempi utili per consentire a tutti gli organismi di lavorare al meglio».
Determinante sarà anche la definizione dello statuto della fondazione, la forma di governance scelta per l'organizzazione dell'evento del 2026, per poter arrivare a nominare il manager che sarà a capo della struttura. Sono mesi che Beppe Sala, forte della sua esperienza di amministratore unico di Expo, ripete che fondamentale sarà la definizione dello stipendio, dei poteri e dei margini di manovra del Ceo. Confini che verranno stabiliti con la definizione dello statuto della fondazione, entro una quindicina di giorni.
Ieri è stato anche il giorno della individuazione dei candidati possibili per ricoprire il ruolo di direttore generale o Ceo. La rosa si è chiusa a tre possibili nomi, tra quelli selezionati dalla società di head hunter, su cui vige il riserbo più assoluto. L'identikit tracciato parlava di un manager di alto profilo, con esperienza anche nel settore pubblico, disponibile a rimanere in carica fino al 2026. «Il Dg o Ceo dovrà avere ampia autonomia e dovrà riferire ad un Cda in cui politica e il mondo del Coni saranno ampiamente rappresentati - ha spiegato Sala -. Si tratta di tre italiani e posso assicurarvi che dovunque caschi, caschi bene». Circolavano come favoriti i nomi di Stefano Domenicali, ad e presidente di Lamborghini, un passato alla Ferrari e quello di Vittorio Colao per una decina di anni al vertice di Vodafone. Manca in questi due cv però l'esperienza nel pubblico, tra i requisiti fondamentali per il sindaco Sala: « Expo in questo è stato un grande riferimento».
«Prima di incontrare le tre persone in short list - ha spiegato - dovremo consegnare loro un mandato con limiti e possibilità». Non certo indifferente lo stipendio di Mr Olimpiadi che nulla avrà a che vedere con quello di questi manager.
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