Gli arresti ad aprile, ieri le condanne, 26, a carico di altrettanti imputati italiani e albanesi accusati di essere narcotrafficanti e di aver attirato su Milano e su altre province tra cui Brescia a Siracusa fiumi di droga. Nell'elenco dei condannati c'è anche Carla Martelli, nata a Pontremoli in Toscana 67 anni fa, ex fotomodella ed ex donna di un bandito vicino a Vallanzasca.
«In carcere? Me la cavo», ha risposto rassegnata ieri dalla gabbia dell'aula bunker di San Vittore alla domanda cordiale del pm Marcello Musso. Il magistrato per lei aveva chiesto nove anni di carcere e ne ha ottenuti sei. «Ma dottore - ha aggiunto l'ormai anziana pregiudicata - sei anni per pochi grammi di coca...». In realtà, secondo la Procura, Carla Martelli è «una spacciatrice abituale» da almeno trent'anni, con una lunga serie di condanne alle spalle. Ad aprile la Squadra mobile l'ha fermata mentre smerciava dosi da 50 grammi di cocaina accanto a casa sua, all'1 di via Console Marcello. Le condanne inflitte vanno dai due ai nove anni di carcere. Per nulla lievi, considerato che si trattava in tutti i casi di patteggiamenti e di procedimenti con il rito abbreviato, che prevede la riduzione di un terzo della pena. «Un successo», ha commentato il pm. All'appello dei 31 arresti chiesti a marzo e concessi dal gip Sofia Fioretta, mancano due latitanti, due imputati che hanno scelto il rito ordinario e una sola posizione archiviata.
Una delle condanne più pesanti, nove anni, è stata inflitta ad Angelo Auricchio, 64enne nato a Terzigno nel Napoletano ma residente vicino a Bergamo. Insieme a Carmine Biafora (condannato a sei anni) e a Maurizio Coltro (ha patteggiato quattro anni e due mesi) è accusato di aver gestito il traffico di droga. I gruppi erano due: uno importava in Italia l'hashish dal Nord Africa, il secondo la cocaina stipata nei tir commerciali attraverso i Paesi Bassi.
L'operazione della squadra Narcotici della Mobile, chiamata «Dexter», aveva documentato anche l'ascesa degli albanesi, che avevano approfittato della pressione delle forze dell'ordine sui concorrenti calabresi. I trafficanti balcanici garantivano ai compratori italiani una coca più pura, fino all'80%, e a 39mila euro al chilo contro i 40mila.CBas
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