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Fli in rivolta contro Fini «Monti ci cannibalizza»

Un pronunciamento di otto coordinatori provinciali del Fli, a sostegno del passo di indietro di Giuseppe Valditara dalle liste del Fli alla Camera. «Riteniamo che tale decisione sia in linea con una politica ispirata a serietà e coerenza politica» scrivono i coordinatori di otto provincie lombarde (su dodici). «Fini che cosa propone? Allora votiamo direttamente la lista Monti» dicono a denti stretti. E anche se il coordinatore regionale di Futuro e Libertà non attacca direttamente Gianfranco Fini, il malumore tra i coordinatori è grande «per non aver saputo difendere Fli dalla cannibalizzazione attuata dalla lista Monti», «per non aver dato un contributo alla stesura del programma» e per «le scelte verticistiche romane» che hanno portato all'imposizione di candidati dall'alto. Frasi che si rincorrono in bocca agli esponenti del Fli locale.
«È tutto deciso a Roma» la protesta comune. Sono stati i palazzi romani a imporre la candidatura di Chiara Moroni (nella foto) come capolista sia a Milano (subito dopo Gianfranco Fini) che nella seconda circoscrizione che va da Varese a Brescia (e comprende Lecco, Como, Sondrio e Bergamo). La figlia dell'ex parlamentare del Psi, segretario regionale del partito di Bettino Craxi, morto suicida nel 1992 dopo aver ricevuto due avvisi di garanzia nell'ambito delle inchieste di Mani pulite. A caldeggiare la candidatura della Moroni in entrambi i collegi è stato Italo Bocchino, in ottimi rapporti con la ex parlamentare del Pdl.
Anche a Pavia la decisione è calata dall'alto. E a Milano l'ex presidente del consiglio comunale Manfredi Palmeri, anche lui fuoriuscito dal Pdl per seguire Fini, correrà alla Camera da numero tre. Narrano i bene informati che a Valditara, che ha tre legislature alle spalle (come Chiara Moroni), era stato promesso di correre al Senato. Alla fine però, in base a logiche romane, gli è stato preferito l'ex radicale Benedetto Della Vedova (attuale capogruppo alla Camera di Fli) e a lui è stata proposta da Italo Bocchino una candidatura alla Camera nella circoscrizione uno della Lombardia, quella che comprende Milano e Monza. Ma il professore, offeso, a questo punto medita la fuga verso altri lidi. Valditara si limita a poche indicazioni: «Non ho accettato la candidatura a Milano e ho preferito indicare Manfredi Palmeri. Ma sosterrò la corsa di Albertini in Regione».
I coordinatori protestano perché il partito di Fini ha accettato l'apparentamento con una lista che porta il nome di Monti e che alla Camera sarà in concorrenza con in Fli. «Monti cannibalizza Fli senza una capacità politica di compensazione al Senato. Inoltre, il partito non ha minimamente contribuito a stendere il programma della lista Monti. Questo partito non ha più senso» il ritornello che circola nel partito di Fini.

E i dirigenti minacciano di non raccogliere più le firme indispensabili per presentare la lista in Regione. Non sono poche, devono essere raccolte in tutte le circoscrizioni e mancano ormai meno di quindici giorni. Ecco perché la “rivolta” dei coordinatori provinciali impensierisce e non poco il Fli.

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