Flop del Comune di Milano: metro 5 bocciata ai collaudi E ora tutti a piedi dal Papa

Il ministero nega il via libera alla prima tratta della nuova linea lilla. Palazzo Marino ne aveva chiesto l’apertura per il Forum delle famiglie

Flop del Comune di Milano: metro 5 bocciata ai collaudi E ora tutti a piedi dal Papa

Sembrava una missione impossibile. Lo dicevano in tanti, dalla metà dello scorso settembre, quando la giunta Pisapia cominciò a spingere sull’acceleratore per su Atm e la società che sta realizzando la linea M5 perchè la prima tratta della metropolitana «lilla» Bignami-Zara venisse consegnata entro maggio, per trasportare a Bresso migliaia di fedeli in arrivo da tutto il mondo per il Forum delle famiglie e la messa di Papa Benedetto XVI sull’area dell’aeroporto alle porte di Milano. Ma incassa una figura che il centrodestra non esita a definire «di proporzioni internazionali». Perchè dopo mesi di annunci, ieri - a una settimana dall’evento - il Ministero dei Trasporti ha negato l’autorizzazione. La commissione ministeriale dal 10 maggio ha condotto le verifiche tecniche nel tunnel, sono stati collaudati i treni navetta e ripetuti i test di esercizio. Ieri, il parere negativo consegnato alla società M5 (costituita da Ansaldo, Astaldi, Atm, Torno Global Contracting, Alstom Ferroviaria e Ansaldobreda), che aveva richiesto il certificato di agibilità per autorizzare le corse veloci solo tra i due capolinea, Zara e Bignami, senza fermate intermedie e solo dal primo al 3 giugno (per una spesa di funzionamento pari a circa 200-300mila euro). Linea aperta e chiusa dopo cinque giorni, l’inaugurazione effettiva del primo tratto è previsto per ottobre.
Ma il parere dei tecnici è tranchant: collaudo insufficiente, ha sentenziato il ministero, per garantire la sicurezza dei passeggeri. La linea è automatica e il periodo di collaudo di treni, rete e impianti è stato troppo breve. La società non può consegnare la «lilla» ad Atm e Comune. E ora il sistema rischia di andare in tilt. Bignami sarebbe stata la fermata più vicina, i pellegrini avrebbero proseguito per un chilometro di distanza a piedi fino a Bresso. La stazione più vicina senza linea 5? Sesto San Giovanni, a due chilometri e mezzo, e la «rossa» è già messa giornalmente a dura prova dal flusso dei pendolari. Reggerà l’impatto?
«Dilettanti allo sbaraglio» è il commento sarcastico del capogruppo Pdl Carlo Masseroli e del consigliere Riccardo De Corato. L’indisponibilità della M5 per il forum «è una responsabilità grave, e qualcuno se la deve prendere. O è del sindaco o dell’assessore ai Trasporti Pierfrancesco Maran. Scelga Pisapia. La politica degli annunci non paga». Dura anche la Lega. «Lo stop alla M5 - affonda il consigliere Alessandro Morelli - dimostra l’incapacità della giunta. Questo fallimento rappresenterà il biglietto da visita di Milano per Expo 2015». É «un’indisponibilità grave» conferma dalla Regione l’assessore ai Trasporti Raffaele Cattaneo.
Il presidente della Commissione Trasporti Carlo Monguzzi (Pd) prova a sminuire, «rispettiamo i pareri tecnici per garantire la totale sicurezza dei passeggeri. Utilizzeremo i mezzi alternativi, non sarà un problema insolubile. Abbiamo fatto l’impossibile, ma purtroppo tecnicamente non è stato realizzabile». Molto diversa l’opinione tra chi è impegnato nella gestione dei 4.200 pullman turistici in arrivo («sarà un guaio»). Atm dovrà fare una corsa contro il tempo per organizzare il servizio alternativo.

Lanfranco Senn presidente di Mm, avendo preso visione delle osservazioni «alle quali riteniamo di poter dare adeguate e puntuali risposte» auspica che ci sia ancora il tempo per rivedere le decisioni prese. La commissione collaudi di cui fanno parte anche esponenti del ministero aveva dato l’ok il 10 maggio, sottolinea il «grandissimo stupore» che la commissione interministeriale ieri abbia smentito quel parere.

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