Fondi per infrastrutture e università il Politecnico «bacchetta» il governo

Il rettore: «Il coraggio di non cercare il consenso immediato»

Rosa Manzoni

Milano bacchetta il governo e lo richiama a fare di più sull'università e sulle infrastrutture. Gli appelli sono arrivati dal palco della cerimonia di inaugurazione del 156esimo anno accademico del Politecnico di Milano, a cui hanno partecipato due esponenti del governo targato Lega e Movimento 5 stelle, il presidente della Camera, Roberto Fico, e il ministro dei Beni culturali, Alberto Bonisoli.

Il primo a prendere la parola per i saluti è stato il sindaco di Milano Giuseppe Sala, che ha sottolineato come «Milano ha l'obiettivo di essere un modello per il mondo in tema di urbanistica, mobilità, ambiente e verde. In questo il Politecnico è un partner determinante per i fattori chiave dello sviluppo della città al 2030». Poi Sala ha invitato il governo «a non derogare sul tema fondamentale delle infrastrutture, su cui bisogna andare tutti dalla stessa parte». Ad esempio «se non faremo la Tav - ha aggiunto - sarà inutile continuare a dire che siamo il secondo Paese industriale d'Europa, perché le merci vanno non solo prodotte ma anche distribuite. E se non faremo il terzo valico tra Genova e Milano, Genova sarà particolarmente danneggiata ma anche Milano ne risentirà». La città sta portando avanti i progetti della M4 e in particolare quello del prolungamento della linea 1 della metropolitana fino a Monza: «Andiamo avanti - ha concluso Sala -. Milano offre la sua collaborazione e il suo esempio, ma vogliamo rispetto e chiediamo al governo di non derogare su questo tema».

La replica del governo è arrivata pochi minuti dopo, dallo stesso palco, per bocca del ministro dei Beni culturali, Alberto Bonisoli, che ha sottolineato come per questo governo le infrastrutture sono sì «fondamentali, strategiche, chiave ma solo quando servono». Su questo tema «dobbiamo avere un approccio molto adulto e dire se ne abbiamo bisogno o se spendere i quattrini dei contribuenti in altro modo - ha concluso -. Abbiamo infrastrutture esistenti vecchie di decenni e che hanno bisogno di essere monitorate, servono tecnologie avanzate per questo». Nel suo discorso di apertura dell'anno accademico il rettore, Ferruccio Resta, ha parlato invece di una «assenza importante» che si percepisce nel mondo universitario, cioè quella delle «istituzioni centrali: di Governi e Ministeri che abbiano il coraggio di scegliere - ha spiegato -. Dobbiamo avere il coraggio di superare il consenso immediato, un coraggio impopolare ma necessario, che potrebbe rilanciare l'intero sistema». Anche perché «dobbiamo ricordare che spesso la popolarità è indice di scelte semplici - ha concluso -. Mentre le scelte impopolari e difficili sono le più coraggiose e lungimiranti». Anche il presidente della Camera, Roberto Fico, ha esortato lo Stato ad «investire di più in ricerca e formazione» anche perché l'Italia «è ancora al di sotto della media europea: dobbiamo crescere e investire di più». L'università «è il centro dell'intelligenza del nostro paese, dobbiamo fare tutti molto di più», ha ammesso.

Il Politecnico, eccellenza universitaria e della ricerca in Italia e nel mondo, punta a crescere sempre di più e per questo, secondo il suo rettore, è ora di dire «basta alibi e di premiare il merito: invito a introdurre misure premiali - ha spiegato -, che riconoscano il valore delle soluzioni proposte, dei meriti acquisiti, del bilancio in attivo».

I numeri del resto parlano chiaro sullo slancio dell'ateneo: il Poli ha acquisito fondi per un valore di 111 milioni di euro dall'Unione europea nel programma Horizon 2020, ha avviato il reclutamento per 31 docenti internazionali e istituirà 10 nuove cattedre in collaborazione con le imprese. Senza dimenticare le start up che avranno 60 milioni di euro per un fondo di venture capital.

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