Dagli inizi come pioniere del federalismo alla strenua battaglia, anche personale, contro il Covid. Una carriera pubblica lunga e intensa quella di Attilio Fontana, il governatore lombardo che oggi compie 70 anni. Una vita pubblica vissuta con un tratto di signorilità raro - innegabile anche per gli avversari - e sempre alla ricerca di un equilibrio, raggiunto, fra la passione politica del leghista e la lealtà di un uomo delle istituzioni.
Pagine esaltanti, come gli anni da sindaco a Varese, la presidenza del Consiglio regionale, l'ascesa a Palazzo Lombardia, e passaggi durissimi, con la scoperta del primo caso italiano di Covid e le città bloccate dal lockdown e dalla paura. La sua quarantena, iniziata il 26 febbraio 2020, fu probabilmente il momento più drammatico dell'intera vicenda iniziale del «Coronavirus» quando sull'Europa, partendo da un fazzoletto di Pianura padana, fra Lodi, Bergamo e Cremona, si stagliava l'ombra di una minaccia che nessuno - a Roma - capiva fino in fondo.
Due settimane fa Fontana è tornato «negativo» al Covid, oggi festeggia il suo 70esimo e ieri ha cominciato a raccontarsi in un'intervista a Italpress, rievocando gli esordi come avvocato della Lega «prima ancora che il partito nascesse»: «Ho avuto ottimi rapporti con Umberto Bossi, con Roberto Maroni, con Giuseppe Leoni - ha raccontato - Ho preso parte, quindi, alla sua creazione e al percorso entusiasmante dei primi tempi, quasi pionieristici». Quella traiettoria è stata coronata 4 anni fa, un po' a sorpresa, con l'incarico cui ogni politico lombardo ambisce: presidente della Regione, senza perdere di vista la stella polare dell'autonomia. «La strada è tracciata e non si torna indietro» ha detto ieri.
Le sfide all'orizzonte sono da far tremare le vene ai polsi. Il caro energia già era inquietante prima della guerra. Adesso gli aumenti sono letteralmente terrorizzanti.
Fontana intanto ricorda il merito di aver contribuito alla ripresa post-lockdown («Il nostro sistema economico ha reagito alla pandemia con straordinaria forza ed efficacia») e rivendica come un successo il fatto che si siano «concretizzati tutti i progetti avviati prima del Covid». Ora si trova di fronte a un altro passaggio critico, la scelta sul secondo mandato.
«Ho le energie per proseguire - spiega - ma questa decisione non l'ho ancora presa». Riflessione in corso. Ma anche pensando all'impegno della Regione per salvare i piccoli pazienti oncologici di Kiev, una cosa è certa: la decisione la potrà prendere a testa alta.
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