Formigoni fa il soldato Pdl «Ho perso una battaglia la guerra è con la sinistra»

«Ho perso una battaglia politica, ma l'ho combattuta a fronte aperto dentro il Pdl». Il silenzio è rotto. Roberto Formigoni riprende a cinguettare. A convocare conferenze stampa. E anche a far girare la sua newsletter con toni inequivocabili da campagna elettorale: «Un argine alla sinistra. Faremo la campagna elettorale per far vincere il Pdl e per non fare cadere la Lombardia nelle mani sbagliate». E ancora: «Monti è il professor giravolta». Il sostegno alla candidatura di Gabriele Albertini è definitivamente archiviato: «Sarebbe una battaglia persa, Albertini ha perso ogni possibilità di vittoria, faremmo vincere il centrosinistra. È cambiata la natura della sua candidatura: era partito come candidato civico, poi la vicenda è finita con una candidatura iper politicista».
La porta è chiusa ma non sbattuta in faccia: «Non ci riconosciamo più nel suo cammino, sia pur legittimo. Spero che in futuro potremo collaborare per il Ppe in Italia». L'ex sindaco replica: «È un politico di professione». Molto garbo anche verso Mario Mauro, ex capogruppo del Pdl al Parlamento europeo passato all'avversario: «Confermo che è un mio amico. Ha portato fino in fondo il cammino con Monti, mentre noi gli avevamo chiesto di non essere centrista e terzopolino». E la lista Albertini-Monti di cui si è a lungo parlato (e per la quale si sono “compromessi” uomini vicini al presidente della Regione)? Lui smentisce senza smentire: «Non è mai stata una mia idea».
All'undicesimo piano di Palazzo Lombardia chiama sul palco i suoi uomini. A uno a uno salgono Doriano Riparbelli («il gruppo Lombardia popolare è a disposizione del Pdl»), Stefano Carugo, Valentina Aprea, Raffaele Cattaneo, Mauro Parolini e Giovanni Rossoni. È per così dire la proposta del presidente della Regione uscente al suo partito: questi gli uomini che possono contribuire ad andare a caccia di preferenze sul territorio. In prima fila, tra il pubblico, un corrucciato Paolo Alli e poi Paolo Valentini, Marcello Raimondi, Mauro Melazzini. «Siamo sempre rimasti dentro il partito. E forse Formigoni vale più di un seggio» dice il presidente della Regione.
Non tutti nel Pdl sono d'accordo. E anche se Formigoni punta al Senato, c'è chi ritiene che non sarebbe la scelta migliore “ricompensare” con un seggio così importante (e che sarà determinante per gli equilibri politici futuri) un comportamento ritenuto ondivago. Per la Camera sono in corsa Paolo Romani, Mariastella Gelmini, Maurizio Lupi.
Il leader del Pdl, Silvio Berlusconi, ha fatto sapere che metterà la testa sulle liste solo a partire da lunedì. Un'attenzione che riguarderà certamente anche le regionali.

Per il Pirellone arriva una nuova candidatura: è quella di Bruno Dapei, presidente del consiglio provinciale, che si è proposto per partecipare alla raccolta di voti a Milano. E l'ex assessore ciellino Carlo Masseroli assicura di essere rientrato nei ranghi: «Sostenere Albertini senza il Pdl vuol dire dare una mano ad Ambrosoli. E abbiamo già visto a Milano come governa la sinistra».

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