Formigoni schiera i cavalli di razza Cl Bersani ora vede il flop in Lombardia

L'annuncio ufficiale solo oggi, ma Roberto Formigoni ha già deciso di abbandonare Gabriele Albertini e la sua lista griffata Mario Monti per restare nel Pdl e appoggiare la candidatura di Roberto Maroni. Albertini che del resto, come fa notare il segretario lombardo della Lega Matteo Salvini, si candiderà anche al Senato perché «visto che in Lombardia perdo di sicuro, mi piglio un posto a Roma». Dato che al centro, ma soprattutto a sinistra dove davano la vittoria troppo per scontata, comincia a serpeggiare la paura dopo che negli ultimi giorni hanno circolato i dati di un sondaggio che darebbe Maroni e il centrodestra in testa con il 37,5 per cento, il centrosinistra di Umberto Ambrosoli perdente con il 35, Albertini al 12,5 e la grillina Silvana Carcano al 10,5. Tanto che da Roma è arrivata la reazione stizzita del segretario pd Pierluigi Bersani, che davanti alle telecamere Sky ha mandato a dire un po' bruscamente a Monti che il sostegno suo e dei centristi ad Albertini in Lombardia «va bene se non aiuta a togliere le castagne dal fuoco a Berlusconi e alla Lega. Se, invece, aiutasse non andrebbe bene. Voglio capire da Monti e dal centro contro chi combattono». Indizio di un nervosismo che cresce. Anche perché Bersani sa bene che in Lombardia si gioca la battaglia del Senato, decisiva per avere la maggioranza in Parlamento.
E le previsioni di una passeggiata per Ambrosoli si vanno appannando. Anche perché le truppe cielline che erano date un po' troppo frettolosamente in rotta e in diserzione per il campo avverso, si sono ricompattate dopo la riunione convocata l'altra sera da Formigoni stesso. Che ha spiegato la linea da tenere con i ciellini più dubbiosi: «Non appoggeremo mai chi farà da stampella alla sinistra: Bersani a Roma e Ambrosoli in Lombardia». Parole ripetute ieri dai colonnelli formigoniani che hanno incontrato Albertini.
Formigoni ieri ha parlato di una decisone «non legata a nessuna trattativa sui posti, ma a una concezione della politica come azione per il bene comune». Ma l'accordo con i vertici del Pdl gli ha portato sei seggi sicuri tra Montecitorio e Palazzo Madama: oltre al suo, quello del vice presidente della Camera Maurizio Lupi, degli uscenti Raffaello Vignali, Renato Farina e Gabriele Toccafondi. L'altro posto è per Paolo Alli, sottosegretario alla Presidenza in Regione o per gli ex assessori Marcello Raimondi e Giulio Boscagli. Per quanti riguarda la Regione, un candidato ciellino in ogni provincia e, se vincerà Maroni, l'assessorato alla Sanità al Pdl.

Già pronta la falange ciellina, con il capogruppo in consiglio comunale Carlo Masseroli schierato nel collegio di Milano, il cardiologo e consigliere regionale Stefano Carugo a Monza e Brianza, l'ex assessore regionale Raffaele Cattaneo a Varese, il consigliere regionale Mauro Parolini a Brescia, il presidente della Provincia Massimiliano Salini a Cremona e l'assessore Patrizio Tambini a Como.

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