Formigoni sfida l’opposizione «Sfiduciatemi»

Formigoni sfida l’opposizione «Sfiduciatemi»

È sfida aperta a colpi di mozioni di sfiducia tra Formigoni e le opposizioni, anche se il confronto al momento è tutto fatto di parole. Il presidente della Regione invita a passare ai fatti coloro che continuano a chiedere le sue dimissioni e di conseguenza lo scioglimento del consiglio regionale. Insomma, è Formigoni a chiedere ai suoi avversari di presentare una «mozione di sfiducia» contro di lui in un luogo istituzionale, ovvero l’aula del Pirellone: «Se perderanno avranno torto e staranno zitti, mi auguro. Io li ho sfidati a presentarla e ovviamente a farla approvare. Vedo che ci stanno provando, sono un po’ lenti, sono al lavoro già da due settimane e non sono sicuri di raccogliere le firme di tutti. Il problema poi è fare approvare la mozione in aula».
La sfida a singolar tenzone raggiunge i primi risultati, anche se si tratta ancora una volta di un semplice annuncio. La mozione arriverà, fanno sapere dall’opposizione, ma soltanto dopo le amministrative. Luca Gaffuri, Stefano Zamponi e Chiara Cremonesi, capigruppo di Pd, Idv e Sel, in una nota spiegano il proprio calendario: «Formigoni non tema, la nostra mozione arriverà appena dopo la sfiducia che i cittadini gli confermeranno nelle urne il 6 e 7 maggio, nel primo consiglio utile, visto che la maggioranza ha respinto la nostra richiesta di convocare una seduta prima di quella data».
Un progetto che difficilmente raggiungerà qualche risultato concreto, almeno sul tabellone luminoso che indica i risultati del voto in aula. Ad ammetterlo sono gli stessi esponenti politici che chiedono dimissioni e annunciano mozioni: «È probabile che la mozione venga respinta in aula, a meno che i consiglieri di maggioranza non votino responsabilmente un atto di sfiducia, rischiando così di perdere il seggio e di finire all’opposizione». Nuova sfida: «Ricordiamo al governatore che Pdl e Lega hanno bocciato anche la mozione di sfiducia a Davide Boni e ciò non ha impedito che gli eventi lo costringessero ugualmente a dimettersi».
A puntare il dito contro Formigoni è anche Stefano Boeri, esponente della giunta Pisapia, che mette in dubbio il ruolo di vetrina dell’Expo che il presidente della Regione riveste in quanto commissario. «Sono tra quelli che hanno sollevato una questione di rappresentatività culturale e politica da parte di un governatore che oggi è al centro di molti dubbi e che però deve rappresentare l’Italia come commissario generale nei confronti di tutti gli altri Paesi del mondo» dice senza mezzi termini l’assessore comunale alla Cultura.
Formigoni, parlando con i giornalisti, ha assicurato di sentirsi pienamente sostenuto dal Popolo della libertà. «Il mio partito è totalmente al mio fianco. Dopo che hanno parlato Mantovani, Alfano e Berlusconi cosa volete di più?» la domanda di risposta a coloro che lo incalzavano.

Il governatore si sente vittima di un attacco deciso a tavolino: «I cittadini capiscono bene la natura politica e ideologica dell’attacco che vede unita la sinistra e importanti gruppi di interessi economico-finanziari-editoriali».

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