Fra quattro giorni la Lombardia potrebbe dichiararsi autonoma. Non certo indipendente ma speciale, dentro un meccanismo definito dalla Costituzione. Speciale per poteri e non per Statuto: la Regione più popolosa, laboriosa ed efficiente d'Italia punta infatti a ottenere «forme e condizioni particolari di autonomia» dallo Stato. E chiede ai lombardi se siano d'accordo con questa aspirazione, fino al punto da aprire la vertenza più ambiziosa, quella del residuo fiscale, i 54 miliardi che misurano la solidarietà dei lombardi; il residuo è infatti la differenza fra le tasse che i lombardi pagano e il valore dei servizi che ricevono (la cifra che finanzia trasferimenti per altre regioni).
D'accordo su questa rivendicazione autonomista sono certamente i partiti del centrodestra, schierati apertamente e convintamente per il Sì. Oggi Silvio Berlusconi sarà al fianco di Roberto Maroni, a Milano, in quello che si annuncia come l'appuntamento più importante dell'intera campagna. Forza Italia ha organizzato 170 eventi (grandi o meno) in tutta la provincia, nel solco di un'ispirazione federalista presente nei programmi del movimento fin dalla sua fondazione: «Nel 1994 - spiega il coordinatore provinciale Graziano Musella - quando Silvio Berlusconi è sceso in campo, ha affermato la necessità di riformare lo Stato. E uno degli elementi di questo disegno è sempre stata la sussidiarietà, che si sposa con l'autonomia. Il governo Berlusconi aveva fatto questo percorso, obiettivo poi stravolto dalla sinistra, che puntava e punta ancora oggi sul centralismo. Sono due filosofie che si scontrano e in prospettiva gli elettori dovranno scegliere quale sostenere». Da sindaco di Assago, il coordinatore azzurro riscontra ogni giorno le ragioni di questo Sì: «Occorre essere vicini ai cittadini, dare risposte più rapide, i sindaci sono il front office dello Stato». «Il solo Comune di Assago - calcola Musella - ha un residuo fiscale di 22 milioni. Se come sindaco avessi anche soltanto il 10% di questa disponibilità - immagina il sindaco - potrei mettere a posto ogni anno strade, piazze o scuole. Siamo noi che soddisfiamo le esigenze e i bisogni dei cittadini, siamo noi la rete sociale degli italiani che non ce la fanno».
La volata è lanciata e l'esito finale si giocherà molto sull'affluenza: «Forza Italia sarà decisiva per la vittoria del Sì e per l'affluenza degli elettori - dice il coordinatore - noi puntiamo al 40%, una soglia importante tenendo conto della media elettorale degli ultimi anni.
L'elettorato fa fatica ad andare a votare, anche perché è deluso da questo sistema centralista, ma votando e votando Sì lancia un bel segnale e dà forza a un centrodestra unito e fortemente motivato che può vincere le Politiche, con una Forza Italia organizzata, coesa e guidata da un leader come Berlusconi».
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