Caso Marò. L'ultima puntata è un vertice di maggioranza in Regione dai toni incandescenti. Perché la liberazione dei due fucilieri di marina del battaglione San Marco Salvatore Girone e Massimiliano Latorre spacca il centrodestra dopo che l'opposizione del governatore Roberto Maroni a chiedere l'esclusione dell'India dall'Expo del 2015 non ha convinto Forza Italia e Fratelli d'Italia a rinunciare alla presentazione di una mozione urgente che impegni la giunta e la Regione, in quanto azionista di Expo, a un passo ufficiale. E questo nonostante l'imprevista posizione contraria della Lega e soprattutto degli «alfaniani» che con l'oggi senatore Roberto Formigoni e il presidente del consiglio regionale Raffaele Cattaneo hanno addirittura parlato di «atteggiamenti da bulletti da provincia» e di «benzina gettata sul fuoco».
Posizioni che hanno provocato la reazione del capo delegazione Fdi Riccardo De Corato che è arrivato addirittura a chiedere a Maroni una verifica di maggioranza, come a dire che quella per il ritorno in Italia dei nostri due marò potrebbe diventare la prima vera crisi all'interno della giunta Maroni. Perché il consigliere di Fi Giulio Gallera ha ribadito la sua volontà di presentare il documento che riprende la richiesta dell'europarlamentare Carlo Fidanza e la sua posizione è stata condivisa da Fdi durante il vertice del centrodestra in Regione a cui era presente lo stesso Maroni. Al quale è stato fatto presente che non c'è nessuna volontà di fare un passo indietro sul voto alla mozione che chiede di escludere l'India dall'Expo, pretendendo anche dalla Lega (e magari dagli «alfaniani» del Nuovo centrodestra) un voto favorevole, visto che nessuno a sinistra è intenzionato a far passare la richiesta di un intervento a favore dei nostri militari. «Un Paese - attacca Gallera - si fa rispettare se è fermo e determinato nella difesa dei propri valori». E ricorda come i militari statunitensi dell'aereo che tranciò il cavo della funivia sul Cermis causando la morte di venti persone, girino tranquillamente liberi a casa loro. «E il grande fermento provocato dalla nostra richiesta di escluderla dall'Expo - aggiunge Gallera - è la dimostrazione del grande interesse che c'è in India per la partecipazione all'evento e per gli affari da stringere con l'Italia. E proprio per questo la strada giusta per liberare i marò è cercar di colpire quel Paese negli interessi economici».
Parole che non convincono il commissario Expo Giuseppe Sala che ha ribadito la necessità di essere «freddi e lucidi». Per lui «il tema è di carattere politico e lo lascio alla Farnesina, noi abbiamo il ruolo di lavorare sui contratti», sottolineando che l'eventuale danno economico per l'Expo «sarebbe minimale rispetto a quello per il Paese». Parole legittime per chi riveste il ruolo di amministratore delegato della società che deve organizzare l'evento del 2015, ma che non devono impedire alla politica di assumere iniziative sempre più decise nei confronti di un Paese che tiene illegalmente prigionieri due nostri militari.
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