Foto, viaggi e regali: i rimborsi Pd

Foto, viaggi e regali: i rimborsi Pd


Enrico Lagattolla

C'è il consigliere - Carlo Borghetti - che vola in Algeria a visitare il campo profughi dei Saharawi. E per «non lasciarli soli», come scrive sul suo blog, Borghetti spende 554 euro. O meglio, a spenderli sono i lombardi. Perché quel viaggio (nobile, per carità) è nell'elenco delle attività istituzionali rimborsate dalla Regione. Così come le mimose, i «cadeau» e il pranzo per la festa delle donne. Un 8 Marzo costato ai contribuenti 1.675 euro. E poi i pasti, che siano cene al ristorante da centinaia di euro o un veloce panino al bar poco importa: tutto spesato. Così come un confezione di batterie da 3 euro, che un consigliere del Partito Democratico - al quale vanno circa 9mila euro al mese, al pari dei suoi colleghi di Palazzo Lombardia - ha preferito non mettere di tasca sua. E poi le decine di viaggi in taxi - ma usare i mezzi pubblici ogni tanto? -, le trasferte a Roma in treno ma anche in aereo, gli arredi per l'ufficio (4mila euro pagati l'8 febbraio 2012), i computer e i telefonini, un microregistratore da 59 euro, i 2.959,30 euro spesi in consumazioni al bar e coffee break nel solo mese di marzo, i 500 euro di rimborso per un «servizio fotografico», i 3.660 euro per il volume «Non siamo tutti uguali» del consigliere Carlo Spreafico, altri 2.607 per il libro «Tramonto celeste, alba democratica» dello stesso Spreafico, e sempre pagati dai contribuenti. Ecco, è davvero tutta «attività istituzionale»?
Perché è questo il nodo dell'inchiesta che la Procura sta portando avanti da più di tre mesi. Prima, scavando nei conti del Pdl e della Lega, con 62 consiglieri dell'ex maggioranza indagati per peculato. E poi passando all'opposizione. Ieri, infatti, il procuratore aggiunto Alfredo Robledo e il sostituto Paolo Filippini hanno inviato i finanzieri del Nucleo di polizia tributaria negli uffici della Regione per acquisire la documentazione relativa alle spese sostenute dai gruppi di opposizione. Le fiamme gialle hanno già iniziato l'analisi degli scontrini e degli assegni. L'obiettivo è di chiudere l'inchiesta entro fine mese, così da garantire lo stesso trattamento sia al centrodestra sia al centrosinistra a poche settimane dal voto.
E sotto la lente della Gdf sono finiti anche i rimborsi di Sinistra e libertà e dell'Italia dei valori. Anche in questo caso, sembra difficile far rientrare sotto il generoso cappello dell'attività istituzionale i 25 euro spesi da Sel per un'orchidea, o i 300 che l'Idv ha sborsato per la Festa della donna. «Secondo noi è una spesa ammissibile, anche se può essere sindacabile», spiega il capogruppo dell'Idv in Regione Stefano Zamponi. E poi ci sono le solite cene al ristorante, che siano i 250 pagati il 27 luglio 2011 al Sushi bar Higuma dai vendoliani o i 350 lasciati alla trattoria Tullio l'8 aprile 2010 dai dipietristi. Sempre cene politiche?
Ieri, al quarto piano del palazzo di giustizia, è proseguita l'attività di indagine. Robledo ha interrogato per circa due ore l'ex assessore regionale Raffaele Cattaneo, al quale erano contestati rimborsi per circa 13mila euro relativi al periodo in cui era consigliere regionale. Denaro speso per acquistare quasi esclusivamente materiale informatico e telefonini. «Erano per i miei collaboratori - ha spiegato Cattaneo - che avevano un regolare contratto con la giunta, e facevano parte della mia segreteria». A seguire, è stato il turno di Francesco Fiori, consigliere del Popolo delle libertà ed ex assessore all'Agricoltura, al quale i pm contestano rimborsi facili per oltre 52mila euro tra il 2008 e il 2010.

La spiegazione è sempre la stessa. Quei soldi sono stati usati per attività che rientrano nel mandato consiliare, e rimborsati così come prevede da anni la legge regionale. Un meccanismo che ogni anno costa qualche milione di euro ai contribuenti.

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