Ha i lunghi capelli sciolti e lo sguardo vivo, Maria Francesca Garritano. Non è un sorriso da palcoscenico quello che mostra all'Urban center dove rappresenta uno dei due volti che «Fratelli d'Italia» capitanato da Ignazio La Russa, vuole evidenziare nella giornata dedicata alla donna. È il sorriso di chi sa di essere nel giusto. Di avere fatto quello che doveva fare denunciando l'anoressia dilagante tra le ballerine. Anche se questo le è costato il contratto a tempo indeterminato che aveva alla Scala. È il sorriso che non si offusca neppure quando si rammarica «del grave silenzio da parte del mio sindaco». Lo chiama proprio così, il «suo» sindaco che, per l'appunto, è anche presidente della Scala. Quel «suo» sindaco che non solo non ha fatto cenno, mai, all'esito della sua vicenda, ma, interpellato, non le ha neppure risposto. «Con l'Università abbiamo realizzato un progetto che voleva coinvolgere lo Scala. L'idea era di affiancare ai ballerini una serie di figure che vanno dal medico allo psicologo ai nutrizionisti che potessero affrontare la questione dei disturbi alimentari. Lo avevo inviato al sindaco e all'ente scaligero, nessuno mi hai mai risposto». Ma Maria Francesca Garritano è una che non si scoraggia. Aveva raggiunto il top per le ballerine: danzare sul palcoscenico della Scala come solista. Prima il suo libro («La verità, vi prego, sulla danza»), poi l'intervista all'Observer dove denunciava che una ballerina su 5 sarebbe vittima di disturbi alimentari e il sogno è andato in mille pezzi. D'un colpo. «Il licenziamento ha arrestato violentemente la mia carriera - ha chiosato - hanno descritto il mio libro come scandaloso ma non lo era. Così come non era nelle mie intenzioni fare una battaglia alla Scala». Ma lei sfoggia il suo sorriso che non è finto e non è arrogante. È sereno, appunto di chi sa che se una battaglia poi c'è stata lei sta dalla parte giusta. «Io continuo a lottare», dice. Il 15 marzo dalle 19.30 (ingresso gratuito) sarà sul palcoscenico del teatro Leonardo dove sarà uno dei protagonisti dell'evento «Mi nutro d'arte». «In scena porteremo la danza come esempio positivo - dice - per dare un segnale forte a quelle persone che si ammalano di anoressia e che non riescono a trovare una passione per risorgere». Al suo fianco ieri c'era anche Gigliola Bono, madre di una ragazza uccisa dall'ex fidanzato. Sono questi i volti che FdI ha voluto far vedere. «Vanno ricordate le donne vittime ingiustificate per la disattenzione della società - ha rincarato Ignazio La Russa - Anziché puntare sulle solite proposte, e parlare di pari opportunità, il numero delle donne in Parlamento vogliamo puntare sulla sofferenza delle donne dimenticate dalla società».
E non solo «dopo» a fatto ormai avvenuto con la certezza della pena «che non deve essere inferiore ai 30 anni», ha detto Gigliola Bono che si batte perché non succeda come è successo «all'assassino di mia figlia già fuori dopo 5 anni». Ma anche prima. «Il primo allarme non va sottovalutato - tuona La Russa - ci vuole un intervento forte dello Stato. Una scorta, una casa, un sostegno concreto per chi è in pericolo».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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