Il fumetto Quella classe disegnata

Eva Kant come Evita Peron. «E' un paragone intrigante che non mi sento di escludere» dichiara Mario Gomboli, direttore della casa editrice Astorina, «madre» di Diabolik. Glamour, carismatica, complice ma indipendente, non vi è dubbio che la bionda Eva, dal cognome profondo che ricorda il filosofo Immanuel Kant, ha il nobile piglio di una lady che non vive all'ombra dell'uomo, e se vogliamo metterla sullo storico forse è l'unica first lady che l'Italia abbia mai conosciuto.
Da incomparabile «first» salva Diabolik dalla ghigliottina nel terzo numero del fumetto nel marzo 1963 e anche se nel 2013 compie cinquant'anni, festeggiati con una mostra nella ventesima edizione di Cartoomics, non vi è dubbio che il suo fascino sfida quello di tante ventenni. I capelli raccolti nel conturbante chignon, lo stile pulito di top, golf, pantoloni e scarpe basse, niente gioielli, lady Eva è un modello d'eleganza senza tramonto. «Le sorelle Giussani erano molto attente al look di Eva - continua Gomboli -. All'epoca i disegnatori non erano esperti di moda, così Angela e Luciana ritagliavano gli abiti dalle riviste di moda e poi pinzavano i modelli sulle sceneggiature. Furono geniali anche nella creazione del capello raccolto così sbarazzino e sexy. Allora la pettinatura apparteneva solo a nonna Papera e a Olivia di Braccio di Ferro, quindi tentarne una rivisitazione così femminile fu un'arguzia. Se ci pensiamo bene Eva è il vero personaggio della loro creatività. Diabolik aveva un precedente in Fantomas, ma in quegli anni e tutt'ora non si trova una figura che possa reggere il confronto con l'orfana lady Kant, figlia illegittima di Lord Kant, cresciuta in un collegio severo da cui fuggì con la complicità dell'amica Dolores».
Il volume in uscita a marzo, «I segreti di Morben», firmato da Giuseppe Palumbo, continuerà questa storia. Sul vecchio collegio viene costruito un residence e trovato uno scheletro con un cindolo che identifica Dolores. Eva dovrà investigare sulla morte dell'amica. Lupetto nero, t-shirt dal taglio geometrico ma morbide nelle pieghe setose, trench, il carrè al collo e qualche volta un giro di perle, è la dea dell'essenziale, che trasforma un abito in un oggetto di valore dandogli carattere come sanno fare le donne che nell'eleganza infondono solo una spezie rara: l'infanzia perenne perché mancata. «Ho conosciuto Angela e Luciana che ero un giovane studente di liceo. Se avessero preso una donna modello oggi credo che sarebbe stata Lady D. E' vero che allora si ispirarono a Grace Kelly, ma Eva ha la bellezza della principessa di Monaco, il carattere invece è molto diverso».

Negli anni il viso della Kant si è affilato e lo chignon si è fatto più imperiale, quindi il ricordo di Evita quasi si impone in questa settimana della moda in cui i miti della femminilità dovrebbero essere anche quelli dell'eterno femmineo.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica