Nel linguaggio militare si chiama fuoco amico l'inatteso attacco da parte di qualcuno che è tuo alleato. Ecco, è ciò che capita in questi giorni a Gabriele Albertini. L'ex sindaco candidato presidente della Regione Lombardia dei «montiani» è stato silurato dalla capolista milanese della Lista Monti, che ha proposto di votare (l'«utile») Ambrosoli invece che lui. Evidentemente inutile.
La dottoressa Ilaria Borletti Buitoni, già presidente del Fai e componente del consiglio superiore di Bankitalia, esponente dell'alta borghesia milanese, è diventata numero uno della lista Monti nel collegio Lombardia uno della Camera con l'obiettivo di portare in Parlamento la tutela del paesaggio e del patrimonio artistico. Una figura di spicco nella lista del professore.
È proprio la Borletti a chiedere di non votare Albertini e a proporre agli elettori il voto disgiunto in Lombardia. In altre parole: scegliere come presidente della Regione Umberto Ambrosoli e contemporaneamente votare per la lista Monti, che poi è colui che sostiene Albertini. A rendere la questione più contraddittoria anche il fatto che Albertini è capolista della lista Monti al Senato.
«Ambrosoli ha ragione, voto disgiunto ipotesi utile per la Lombardia» ha twittato la signora. Taglia corto Albertini: «Monti l'ha detto volendomi come capolista al Senato: il vero voto utile è per Albertini». Parola chiave zero compromessi. Ma nella realtà l'ex sindaco è costretto a venire a patti con defezioni continue, sempre più simili a una vera e propria offensiva. La prossima bordata si attende da Pietro Ichino, l'ex pd numero due della lista Monti al Senato. Al momento il giuslavorista preferisce un no comment, ma annuncia una dichiarazione di voto in arrivo a metà febbraio. Dieci giorni prima del voto.
In principio è stato il candidato Ambrosoli a parlare di voto disgiunto. «È probabile» ha risposto sabato scorso a chi gli chiedeva se fosse convinto che ci saranno elettori che voteranno lui in Lombardia e la lista Monti a livello nazionale. E subito dopo la Borletti sono arrivate le dichiarazioni del capolista del Pd al Senato, Massimo Mucchetti («un'apertura ad Ambrosoli anche da parte di persone al di fuori dello schieramento che lo sostiene») e del segretario regionale del Pd, Maurizio Martina («il cambiamento è uno e uno solo». Tra l'altro, Martina è in pole position come eventuale vice di Ambrosoli. Si inserisce anche Pasquale Salvatore, capolista in Regione dell'Udc: «Il voto utile in Lombardia è per l'Udc».
L'unico a divertirsi in questa contesa è il leghista Roberto Maroni. «Mi piacerebbe vedere la faccia di Albertini», commenta il candidato del centrodestra a Palazzo Lombardia. E ancora: «Dovrebbe rispondere a questa domanda: come si sente a essere stato scaricato persino dai suoi.
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