Cronaca locale

Fuori tono

A volte sui programmi concertistici leggiamo una dedica e corriamo via, senza riflettere sul perché un certo nome è in evidenza prima dei titoli. Si prenda il caso del concerto con al centro come in tutta l'edizione 2016 di Milano Musica - il compositore francese Gèrard Grisey (gran finale della rassegna al Teatro alla Scala oggi, con la Filarmonica di casa diretta da Stefan Asbury; in cartellone anche opere di Messiaen e Ravel). Sulla presentazione appare subito la frase «per ricordare Luciana Pestalozza e Claudio Abbado». Il secondo personaggio, naturalmente, non ha bisogno di presentazioni, come si sa è stato uno dei più grandi direttori d'orchestra del Novecento e oltre. Sul primo cognome invece, cercando di essere indulgenti è comprensibile che, se non si è amici e frequentatori della musica contemporanea, si conosca poco o nulla. Ma la lacuna va subito colmata.

La signora Pestalozza (1929-2012) per la musica italiana è stato un personaggio molto rilevante: sorella del succitato Claudio, figlia del violinista Michelangelo Abbado, ha sempre mantenuto il cognome del marito Carlo, pianista notevole, da cui ha avuto un figlio, Andrea anche lui notevole bacchetta in prima linea sul versante della contemporanea.

Tutto questo per dire che se per una lunga stagione - che continua - le produzioni delle avanguardie del nostro tempo e i nuovi compositori hanno trovato e trovano spazio, luoghi, mezzi e sostegno, è stato proprio grazie a lei, fondatrice insieme a un gruppo di pionieri e a lungo direttrice di Milano Musica, il prestigioso festival che proprio quest'anno ha compiuto il suo primo quarto di secolo.

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