Cronaca locale

Furia De Cesaris: porta in faccia al Pd

Non gliene va bene una. Il Pd si stava ancora leccando le ferite per la cacciata del suo capodelegazione in giunta, Stefano Boeri, licenziato in tronco dal sindaco, ed ecco che arriva una nuova brutta tegola. Dopo l'archistar, recordman di preferenze alle Comunali, il partito credeva di aver trovato nell'attuale vicesindaco quella personalità che a Milano aspetta da lustri, e lei - Ada Lucia De Cesaris, altro architetto - ha mandato tutti platealmente a quel paese nel modo più ruvido possibile, definendosi «una donna libera fortunatamente non più iscritta al Pd». Un addio imprevisto, lanciato dal palco della «Festa democratica» più attesa e seguita, quella del Carroponte di Sesto. Sfogo passeggero o caso politico? Entrambi. Qualche dirigente del Pd tenta di ridimensionare l'incidente: «Mi pare che la cosa abbia una dimensione più caratteriale che politica», butta acqua sul fuoco il segretario cittadino Francesco La Forgia. Però è difficile far passare il tutto per una «normale arrabbiatura». La De Cesaris si è detta «incazzata» e «profondamente arrabbiata», sbattendo platealmente la porta in faccia al suo (ormai ex) partito, che appena 9 mesi fa l'ha vista promuovere a Palazzo Marino anche per meriti politici: il suo successo come coordinatrice dei «bersaniani» milanesi alle primarie era stato il trampolino di lancio che ha consentito a Giuliano Pisapia di nominarla al posto della deludente Maria Grazia Guida, e lasciando inalterati gli equilibri fra alleati. Il bello è che la sfuriata è arrivata proprio davanti a Pier Luigi Bersani. Il «casus belli» è legato all'andamento della serata: «Mi sono alzata presto questa mattina e sono qui da un'ora ad ascoltare in silenzio - ha detto - se lo avessi saputo, me ne sarei andata a dormire. Pensavo ci si confrontasse anche con una donna ma non è stato così e forse è per questo che nessuna donna vuole fare il segretario del Pd». Insomma, non l'hanno fatta parlare. L'incidente non è stato certamente voluto dal moderatore, che - ignaro di tutto - si è subito scusato. Qualcuno ipotizza sia stato mal digerito il suo repentino schierarsi con Renzi, ma è difficile pensare a uno sgarbo architettato per «punire» la De Cesaris. E lei, voleva forse creare il caso nel giorno di Matteo Renzi? «Conoscendola, si può escludere. Solo che è poco diplomatica», commenta qualcuno a Palazzo. Anzi, se - come si dice - lei ambiva al dopo-Pisapia (si dà per probabile il ritorno a Roma del sindaco) ha trovato il modo di «auto-rottamarsi». E ora il Pd si trova nei guai per il domani, quando dovrà puntare ad avere il candidato sindaco (si parla anche di Pierfrancesco Majorino e Carmela Rozza) e anche per gestire l'oggi. «Le sbottate non fanno bene - avverte il vicecapogruppo provinciale Roberto Caputo - e sarebbe perlomeno spiacevole dopo l'esperienza Guida accorgersi ancora una volta che il Pd non esprime il vicesindaco.

C'è troppo nervosismo e il rischio è quello di perdere di vista l'obiettivo e di farsi male».

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