Furti, degrado e droga L'«altra» San Siro non si sente più sicura

I commercianti hanno incontrato Comune e questura per dire basta

Si potrebbe cominciare dalla signora che alle sette e mezza di sabato mattina fa il giro della casa con il cane in via Osoppo, zeppa di bancherelle e di polizia locale per il mercato e viene scippata da un piccolo ma agilissimo extracomunitario che le strappa il collier sotto gli occhi di due connazionali che assistono alla scena con le mani in tasca. Oppure dal furto alla cassa del bar di una scuola della zona o alla cassa di una pasticceria. O dalla faccia attonita del parrucchiere di via Pisanello che al mattino ha mandato indietro le clienti: durante la notte gli avevano svaligiato il negozio portandosi via tutti i phon, shampoo e tinte.

Siamo in zona 8, piazzale Brescia: da una parte case eleganti e abitazioni medio-borghesi, dall'altra case popolari diroccate, zeppe di abusivi ed extracomunitari disoccupati, come quelli che stazionano in via Ricciarelli. Una convivenza fino ad ora relativamente pacifica che da qualche mese è diventata guerra aperta. I furti e gli scippi lievitano, così come gli atti vandalici contro le auto. I negozi svaligiati di notte aumentano a vista d'occhio, (dodici in pochi mesi nella sola via Rembrandt) e i residenti sono esasperati.

Nel negozio Football Team hanno rubato centinaia di magliette sportive e scarpe da calcio lasciando per ricordo tutte le scatole vuote. La signora Silvana, titolare, è avvilita e racconta: «Così non si può andare avanti. Questa gentaglia devasta i negozi di notte e svaligia i furgoni di giorno sotto gli occhi di tutti. Hanno ripulito anche quello dell'Adidas alle due del pomeriggio, mentre era posteggiato in via Osoppo in attesa che aprissi il negozio per le consegne».

Il quartiere è disorientato. Questa recrudescenza crea insicurezza. Ci si aggrappa alla richiesta di qualche pattuglia in più, che non si vede mai. Un imbianchino brianzolo al lavoro in via Caccialepori ha giurato di non rimettere più piede in questa zona: il primo giorno di lavoro gli hanno svaligiato il furgone e dopo tre giorni glielo hanno rubato. Un accanimento. Alle proteste di una donna a cui avevano rotto il vetro dell'auto (per rubare un borsello pieno di accessori da pesca..) si aggiungono quelle di un signore: «A me hanno tagliato la capote della Bmw che stavo per vendere». Il tappezziere della zona rincara la dose: «La polizia mi ha detto che questa notte hanno aperto dodici auto».

Ormai è un passaparola: questa zona è diventata uno schifo. Invivibile. Troppi delinquenti, troppa gente che chiede elemosina in ogni angolo, pochi controlli. Già, i controlli, tutti da ridere. Sentite questa: all'ottico di via Rembrandt hanno svuotato il negozio. Le telecamere hanno ripreso un romeno. Preso, arrestato…E rilasciato.

Leggi che non funzionano. E forze dell'ordine demotivate. Un carabiniere chiamato in via Ricciarelli dopo un furto d'auto parla schietto con il derubato: «Non si troverà mai la sua macchina, qui ci sono solo spacciatori».

Affermazioni disarmanti. E allora che fare prima che si arrivi alle ronde di quartiere? Moltissimo. Un volantino affisso in tutti i negozi della zona che la dice lunga sulla tensione: «Ora basta -dicono i commercianti -. Ora basta con i furti nei negozi, ora basta avere paura a rientrare la sera, ora basta subire il degrado della nostra zona, ora basta agli scippi davanti casa. Non ci sentiamo tutelati dalle istituzioni».

La protesta ingrossa le fila, capitanata dall'Associazione dei commercianti di zona e provoca una prima riunione con l'assessore alla Sicurezza del Comune, Marco Granelli che ha inserito via Rembrandt (zeppa di negozi) nel piano cittadino di potenziamento delle telecamere di sorveglianza.

Un primo passo, che non dev'essere l'ultimo. Intanto sabato c'è stato un incontro tra commercianti, Comune e questura: qualcuno dovrà pur capire che la sicurezza non va garantita solo all'interno della cerchia dei Navigli.

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