Il Garante fa le fusa alle gattare: protetti i settanta mici delle dogane

Attento e contento è il «miao» partito dalle Dogane per arrivare nell'ufficio del Garante degli Animali, Valerio Pocar. È il suono che celebra la giornata del micio in questo giorno 17, tradotto in «una per sette», numero delle vite dei mici. La colonia delle Dogane, dove vivono settanta code, è stanca d'essere divisa da mura, recinzioni, chiavistelli, moltiplicatisi a causa delle variazioni urbanistiche. In questo inverno che è metà autunno e metà primavera, è fradicia di pioggia perché si è vista portar via i vecchi mobili accatastati nella zona coperta, provvidenziali cucce per tutti. È guardinga perché la sua pasionaria gattara, Licia Ferrati di 84 anni, si carica di pentoloni di 15 chili di cosce di tacchino ma le pappe non arrivano, ostacolate da duemila divieti.
Il 13 febbraio due volontarie sono state nell'ufficio del Garante degli animali, Valerio Pocar, per far parlare i mici: «Noi siamo una colonia regolare, un popolo ufficialmente riconosciuto, e abbiamo il diritto di vivere al meglio, condizione che in questo momento ci è impedita». Il Garante ha ascoltato. Sarà inviata una lettera al Direttore delle Dogane affinché l'allegro manipolo felino possa essere seguito con amore. I gatti emanano una libertà che gli esseri umani non conoscono, una libertà vissuta nel silenzio, condizione necessaria della vera libertà, forse per questo non fondano partiti in loro nome, ma ogni tanto è giusto che parlino, dicendo una verità che vale non solo per loro: la burocrazia non può più essere d'ostacolo alla nostra vita e all'azione di una gattara di 84 anni e di due volontarie che non smettono mai di pensare agli animali, che più di tutti ci insegnano il bene prezioso di poter assicurare ad ogni essere vivente un'esistenza basata su semplici norme, che l'uomo complica con regole senza senso.
La storia della colonia felina delle Dogane è un'odissea che si protrae da troppo tempo per non desiderare che venga pronunciata la parola: felix! Ovvero: avvenga una fine felice di dare la pace ai gatti che non chiedono nulla, ma che ancora oggi vagano nel bosco delle Dogane col rischio che uno di loro s'ammali e porti la tristezza di un contagio in un gruppetto di musetti «fusaioli», che avrebbero tutte le prerogative di vivere sereni se alcune persone non si mettessero di traverso.

Le volontarie sono disposte a portare cuscini e nuovi supporti nella zona coperta. Oggi, 17 febbraio, diamo alla colonia delle Dogane il diritto di dire: Evviva! Gli uomini che contano, dal Garante al Direttore delle Dogane, ci hanno salvati.

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