Gelmini: la sinistra cade a pezzi

Per la coordinatrice di Forza Italia la maggioranza tira a campare, serve un sindaco che lavori

All'assemblea di oggi a Expo il sindaco Giuliano Pisapia nemmeno si presenterà. Vanificando gli sforzi del Pd di nascondere in qualche modo i fallimenti della giunta arancione. «Una giunta che ormai cade in pezzi» è la diagnosi del coordinatore regionale di Forza Italia Mariastella Gelmini. L'ultima dimostrazione? La nomina, al posto della vice De Cesaris, dell'assessore al Bilancio Francesca Balzani. «Stiamo parlando del teorico delle tasse e delle gabelle. Non dimentichiamo che le ha raddoppiate». Ormai la scelta è quella di «tirare a campare, in barba alla città che ha bisogno una svolta».

Da qui il ragionamento del centrodestra sul nuovo sindaco. «Sarà una persona che ama Milano. Pisapia è stato capace solo di tagliare i nastri di fatiche delle precedenti amministrazioni, non ultima Expo. A Milano serve invece un sindaco che sappia lavorare e che abbia voglia di rimboccarsi le maniche».

Ovviamente alcuni nomi che rispecchiano l'identikit del candidato giusto girano già (da Giulio Gallera a Paolo Romani o a Claudio De Albertis) ma a colazione ne parlerà più dettagliatamente in quello che la Gelmini chiama «un laboratorio lombardo», che includa partiti e associazioni civiche, per ascoltare le richieste della città e di chi lavora. «Anche perché - spiega l'ex ministro - il nuovo sindaco non erediterà una città in ordine come quella che si è trovato Pisapia». Tra le file di Forza Italia tutti aspettano gli Stati Generali, si spera già a settembre.

Anche perché, prima di parlare dei nomi, è necessario creare la squadra. Squadra in cui va chiarito innanzitutto il ruolo del Nuovo centro destra. Per Fi è dentro, la Lega invece ha in cuore qualche dubbio in più: «Come possiamo proporci di governare Palazzo Marino - prende le distanze il leader leghista Matteo Salvini - con chi da Roma toglie i soldi? Perfino Pisapia si lamenta del fatto che il governo Renzi-Alfano gli stia sottraendo milioni e milioni di euro». Forza Italia interviene a far da paciere fra i due partiti, sperando di ricalcare il modello vincente dell'alleanza ligure. Ma per la Lega in questo momento non è possibile nessun tipo di accordo con gli alfaniani. «Conosco le perplessità di Salvini - commenta la Gelmini - ma in Lombardia abbiamo un buon esempio di collaborazione con Ncd. Non possiamo escluderli. Salvini ragioni su questo. Dobbiamo impostare un percorso che allarghi il consenso». Consapevole del ruolo di «ponte» che Forza Italia deve svolgere fra Lega e Ncd è anche il capogruppo comunale Pietro Tatarella che ha ben chiara la nuova sfida del centrodestra nella corsa elettorale del 2016: «Nel 2011 - spiega - abbiamo perso il mondo socialista. Va assolutamente recuperato, allargando il più possibile i confini della coalizione». Da qui la speranza che già all'inizio di settembre Matteo Salvini e Silvio Berlusconi convochino (assieme) gli Stati generali della coalizione.

A parlare a nome del Ncd lombardo è il coordinatore milanese e regionale Alessandro Colucci: «Finalmente Salvini si è accorto che Ncd è un partito di centrodestra che fa politiche di centrodestra anche nel Governo nazionale. Spiace al contrario che strumentalmente faccia riferimento alla scelta di responsabilità nazionale senza considerare mai le numerose esperienze di governo, a livello regionale e locale, in cui siamo alleati, come in Lombardia e in Liguria».

Se Salvini dovesse

rimanere fermo sulle sue posizioni, «rischia di portare il centrodestra di Milano alla sconfitta» aggiunge Colucci. L'appello è invece pensare al bene dei milanesi e lavorare assieme (come già sta avvenendo in Regione).

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