Dipingeva anche concubine il frate milanese Giuseppe Castiglione, per non venire men alla sua missione di artista gesuita alla corte dell'imperatore. E il 12 ottobre scorso da Sotheby's a Hong Kong un suo ritratto della giovane Chunhui, consorte favorita dell'imperatore Qianlong, è stato battuto per 17,6 milioni di dollari. Non è nemmeno il suo quadro più quotato: nel 2008 «Il dipinto dei 12 intrattenimenti dell'imperatore» è stato venduto per 23 milioni di dollari.
Famosissimo in Cina, al punto da essere paragonato a Leonardo, quanto è ignoto a Milano, se si escludono appassionati e addetti ai lavori. Lui, nato da famiglia nobile in San Marcellino, proprio dietro Brera: era il 19 luglio del 1688 e quel luogo avrebbe segnato il suo destino. Battezzato nella parrocchia del Duomo, come racconta il certificato che è una delle poche tracce milanesi lasciate dietro di sé da Castiglione, insieme a qualche affresco in una casa di riposo che però rimane di dubbia attribuzione. Eppure è a Milano, quando aveva 4 o 5 anni, che Giuseppe entrò a studiare in una nota bottega d'arte. Lasciò la città quando era un giovane uomo diciannovenne. Un ultimo sguardo al Duomo prima di entrare nel noviziato dei gesuiti a Genova e da lì attraversare il mondo per arrivare a Pechino, alla corte degli imperatori, nella Città proibita dove visse per 51 anni.
Un grande artista milanese finito nel dimenticatoio in patria, molto apprezzato in Oriente e in Cina, dove occupa pagine e pagine dei libri di scuola e oggi vive un momento di particolare fortuna. «Ritratti di un pennello divino» si intitola la mostra inaugurata lo scorso 8 ottobre al Museo del Palazzo di Taipei, che durerà fino a gennaio. Grande successo per il film «Giuseppe Castiglione in Cina: pittore imperiale, umile servo», documentario prodotto da Jiangsu Tv di Nanchino e Kuangchi Program Service di Taipei e realizzato da padre Emilio Zanetti, regista, come Castiglione gesuita e missionario. A impressionare è anche la serie di ceramiche moderne Franz, vendute a prezzi importanti, che riproducono le opere di Castiglione e vanno per la maggiore nei negozi. Insomma, una star non solo da museo.
Non è rimasta un'immagine di lui, né un autoritratto. Missionario lo fu in modo silenzioso, senza predicazione, con l'umile obbedienza e le suggestioni dell'arte, mescolanza prodigiosa, anche materica, tra tradizione occidentale e gusto orientale che è un po' il senso e il simbolo della sua capacità di penetrazione in una cultura chiusa e diffidente. Un solo gesto da film d'azione si ricorda in questa vita intessuta di docile servizio. Quando l'imperatore voleva mettere a morte i suoi fratelli cristiani che erano stati imprigionati, lui, il deferente Giuseppe Castiglione rimase un giorno e una notte inginocchiato sotto le finestre imperiali, senza peraltro scuotere l'impassibilità del sovrano. Poco tempo dopo però, forse anche grazie a lui, cinque prigionieri furono liberati.
Cavalli, cani, imperatori, mogli e concubine raffinate, palazzi, giardini: sono soggetti comuni, ma colti in aspetti sorprendenti, nei quali la cura del dettaglio e il talento sono giudicati di altissimo livello. E poi quel mescolare colori occidentali con la carta di riso orientale. Fusione che è anche sogno.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.