Giorgio Gori «ha le capacità politiche e la qualità umana per essere un ottimo presidente della Lombardia», l'Italia «ha bisogno di una regione forte, dinamica, aperta, giusta, europea, non di una Lombardia asserragliata, che si chiude al suo interno». Il premier Paolo Gentiloni sul palco del Teatro di Milano in via Fezzan prova a risollevare la campagna tutta in salita del candidato Pd. Accompagna il sindaco di Bergamo all'istituto Don Orione e interviene sul palco dopo don Gino Rigoldi e la vicesindaco Anna Scavuzzo per parlare di sicurezza e periferie. Se ci sarà un governo di centrosinistra Gentiloni promette un nuovo bando per le periferie italiane, «stanzieremo 300 milioni in 5 anni» perchè «la qualità dei nostri quartieri è il primo antidoto contro l'insicurezza e le paure che ci circondano, inutile immaginare che non ci siano o siano solo percepite, diamo risposte». Dopo di lui Gori ammette di essere rimasto «molto scosso dalla visita nei quartieri periferici di Milano» cita «il degrado» nei caseggiati popolari di via Saint Bon, via Salomone o San Siro, gli stabili «con le facciate scrostate, cattiva manutenzione, luci che si sono spente più di dieci anni fa e mai nessuno è andato a ripararle». Sembra dimenticare che da sette anni governano i sindaci del centrosinistra, dal 2011 al 2016 Giuliano Pisapia, poi Beppe Sala, e non basta accusare solo «Aler per una situazione delle case inaccettabile».
Gentiloni fa passerella a Milano e secondo il candidato governatore del centrodestra Attilio Fontana «vuol dire che Gori è in difficoltà. Peraltro non è un aiuto che gli può dare grandi benefici», come non lo sono, sostiene, le parole di sostegno del ministro alla Salute Beatrice Lorenzin, perchè «questi ministri hanno dimostrato inadeguatezza nella gestione del governo e non sono apprezzati dagli italiani». Per il candidato 5 Stelle Dario Violi «Gentiloni arriva a Milano per cercare di resuscitare inutilmente la scadente campagna elettorale di Gori e del Pd. Non ci riuscirà, i cittadini hanno ampiamente capito che è l'ennesima patacca di Renzi e il suo programma è un libro dei sogni datato».
Mentre in periferia Gori cerca l'assist del premier, quasi alla stessa ora in centro le candidate radicali in Regione, sue alleate, distribuivano ieri «cannabis light» in largo Cairoli. Un'iniziativa organizzata da Antonella Soldo e Barbara Bonvicini, candidate nella lista +Europa con Emma Bonino. Soldo è presidente di Radicali Italiani e Bonvicini segretaria dell'associazione Enzo Tortora. Promuovono «la legalizzazione della cannabis e la regolamentazione delle altre sostanze».
In piazza con loro Luca Marola, gestore del Canapaio Ducale di Parma e già insegnante dei «corsi di coltivazione» organizzati dal Radical Cannabis Club, iniziativa che a Milano era costata alle due candidate un avviso di garanzia per istigazione a delinquere.
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