Dal gettone al question time il Consiglio cambia le regole

Scatta il contingentamento dei tempi per il dibattito. Ma i gruppi di opposizione possono giocarsi il "jolly"

Dal gettone al question time il Consiglio cambia le regole

Forza Italia avverte già il sindaco: «Quando porterà in aula la delibera per regolarizzare il centro sociale Leoncavallo o per fissare i luoghi idonei alle moschee ci giocheremo il jolly». Non è uno show di Jerry Scotti ma l'aula del Consiglio comunale, dove ieri è stato approvato con 31 voti a favore e 7 contrari (Lega e Fi) il nuovo regolamento per la gestione delle sedute. Una stretta a maratone notturne e ostruzionismo, anche se ogni gruppo di opposizione potrà richiedere almeno una volta durante il mandato di non fissare il tempo massimo di discussione su un tema. E il consigliere Fi Fabrizio De Pasquale è sicuro che il gruppo calerà il «jolly» contro Leonka o moschee. Il regolamento non veniva modificato da una ventina d'anni e ci sono volute 12 commissioni (il 10 ottobre 2016 ne è stata istituita una ad hoc, presieduta da Elisabetta Strada), 10 sedute e lunghe trattative fuori dall'aula per arrivare al voto. In questo caso anche il Movimento 5 Stelle aveva depositato oltre 500 emendamenti per convincere il Pd a sedersi al tavolo. E ieri ha votato a favore.

D'ora in avanti la riunione dei capigruppo stabilirà «con voto favorevole dei presidenti che rappresentino almeno 34 consiglieri» non solo la programmazione delle delibere ma anche la durata massima del dibattito, il «monte ore» entro il quale dovranno essere votati emendamenti e delibera, come già avviene in Regione. Senza accordo sarà l'ufficio di presidenza «e in extremis il presidente dell'aula» a fissare il contingentamento, comunque «mai inferiore alle 8 ore». Ridotto da 15 a 10 minuti il tempo a disposizione per i singoli interventi dei consiglieri. L'opposizione potrà decidere un quinto dei temi da trattare.

Debutta il question time come in Parlamento. I consiglieri potranno rivolgere a sindaco e assessori domande con risposte immediate (per un massimo di 60 minuti) su «argomenti di specifica competenza dell'amministrazione e/o attualità», raccomandazione rivolta soprattutto ai cittadini che grazie a un emendamento M5S saranno ammessi saltuariamente, purchè il loro intervento sia supportato da un congruo numero di firme. Fi ha preteso invece di ampliare gli spazi dedicati al Consiglio sui canali social del Comune («oggi sono l'Istituto Luce della giunta» ironizza De Pasquale). E contro i consiglieri «furbetti», per incassare il gettone d'ora in poi bisognerà partecipare ad almeno metà seduta. Il capogruppo Pd Filippo Barberis e la capogruppo civica Elisabetta Strada sostengono che il nuovo regolamento «migliora la qualità e l'efficacia del dibattito, introduce nuove forme di confronto pubblico e garantisce alle opposizioni spazi adeguati per sostenere le loro proposte. Meno ostruzionismo ma confronto più serrato sui contenuti».

Già l'ex candidato sindaco del centrodestra Stefano Parisi in campagna elettorale aveva lanciato un patto anti ostruzionismo a Beppe Sala e ha firmato dall'inizio la delibera con Manfredi Palmeri e Matteo Forte. collaborato alle modifiche. Per il capogruppo Fi Gianluca Comazzi «la sinistra ha tentato, come suo solito, di limitare il margine di manovra delle opposizioni».

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