Un anno sabbatico per ricaricare pile e idee di un bolide da risata (Aldo, Giovanni e Giacomo), e un'occasione per togliersi qualche sfizio creativo. Passa dal trio al monologo, Giacomo Poretti e, come aveva promesso al Giornale la scorsa estate, eccolo pronto a calcare il palcoscenico con un testo da lui scritto e interpretato, dal titolo Fare un'anima. Testo non facile, certo, ma che la categoria della semplicità se la conquista grazie a un'arma infallibile, sempre che la si sappia maneggiare: l'ironia. In cartellone al Teatro Leonardo da questa sera al 25 novembre (ore 20.30, domenica ore 16.30, ingresso 25 euro, info 02.86.45.45.45), Fare un'anima - per la regia di Andrea Chiodi - è una scommessa, e Giacomo ne è ben consapevole. «L'idea di scrivere questo spettacolo nasce qualche anno fa, quando nacque mio figlio Emanuele. In quell'occasione in ospedale un vecchio sacerdote, don Bruno, disse a me e mia moglie: 'bene, avete fatto un corpo, ora dovete fare l'anima'. Quella frase mi colpì profondamente». Ecco, l'anima: si può misurare, pesare, vedere? Certo che no. «Spunta coi dentini da latte? Per svilupparla serve una particolare dieta? - insiste Giacomo La verità è che le cose più importanti della nostra vita, i sentimenti, non si possono vedere e misurare e questa è una bella lezione per coloro che pensano che la scienza e la tecnologia possano spiegare tutto». L'attore milanese nel 2015 aveva già scritto un romanzo dal titolo esplicativo: «Al Paradiso è meglio credere». Giacomo è credente ma alla radice di questo spettacolo non c'è un tentativo apologetico o propagandistico, se così si può definire: «Mi affido ad aneddoti e situazioni paradossali, molto divertenti, per cercare di rispondere alle domande che si pongono tutti, credenti e non spiega il comico Certo, per parlare di anima ci vuole coraggio, anima è il concetto più antimoderno che c'è. Puoi anche andare a chiedere lumi a Siri, sul tuo smart-phone, ma soluzioni non ne trovi. Tra l'altro, la parola 'anima' sta scomparendo dall'uso comune, viene usata nelle accezioni più banali. In un mondo così chiassoso, il suo suono gentile rischia di non essere più udito».
Come detto, per Giacomo Fare un'anima è una scommessa, e un primo test viene da un suo amico che forse conosciamo: «Ho fatto la prova con Giovanni - spiega Con un po' di vergogna, devo ammetterlo, gli ho letto il testo: lui ha una certa sensibilità, che cerca sempre di mascherare. Mi ha detto ok, e tanto basta».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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