«Giovani e lavoro», gli scatti della disperazione

Sotto i riflettori ecco i clic sul precariato, la speranza e l'emigrazione

Un ritratto di Laura Gioia, la fondatrice del primo orto sociale urbano di Napoli e un'immagine di un macedone di 33 anni che da dieci vive e lavora nella tenuta dei marchesi Spinola ad Alborino Tessarola con questi due scatti David de la Cruz Sanchez ha vinto il concorso nella sezione professionisti. Tiziano Mammana con «Precisione in ogni singola azione», scatto di una passione - quella per le bici - che fusa con la manualità, crea un binomio perfetto di tecnica e innovazione, ha vinto tra i non professionisti. Sanchez e Mammana sono due dei tanti che hanno partecipato a «Giovani e lavoro in Italia», un concorso bandito da Limatola avvocati in collaborazione con il Centro studi giuridici ed economici Limatola.Ora le fotografie vincitrici, insieme a molti altri scatti su una generazione di giovani che non si sentono solo numeri, non s'identificano in un freddo curriculum, sono alle prese con il precariato, usurati dallo straordinario e impegnati a esorcizzare il licenziamento, sono in mostra in via Cesare Battisti 2 da stasera alle 18.30.Il percorso espositivo dà voce alle nuove generazioni alle prese con il mondo del lavoro, descrivendone entusiasmi e delusioni, occasioni e difficoltà, alienazioni e condivisioni. Si fa spazio anche l'imprenditoria delle nuove generazioni, tra orari flessibili e spazi coworking, rigorosamente fuori dagli uffici. C'è chi nei suoi clic racconta il dramma dell'emigrazione giovanile dalla provincia calabrese, dove i giovani non hanno futuro e la scelta è solo quella di scappare. E c'è chi invece posa lo sguardo sulla tipica giornata lavorativa in un ufficio milanese della torre Unicredit.

Computer, sala mensa e pausa lavoro fanno parte del tran tran quotidiano, una cosa del tutto nuova per gli stagisti alle prime armi, in bilico tra la voglia di mettersi in gioco e la fanciullezza appena lasciata. Di nuovo l'emigrazione, protagonista negli scatti di un giovane cuoco di Terracina emigrato fuori sede per realizzare il suo sogno.

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