"Gran tour" dai caselli all'ufficio digitale

Il lusso in via Senato, i dazi «impacchettati» e il concetto fluido di workspace

"Gran tour" dai caselli all'ufficio digitale

Il tour per il distretto del FuoriSalone di Porta Venezia non può non partire dai caselli daziari «impacchettati» con la juta da Ibrahim Mahama, giovane artista del Ghana chiamato dalla Fondazione Trussardi per realizzare «A friend». I sacchi, simbolo dei mercati del Ghana, fabbricati in Asia e importati in Africa per il trasporto su scala internazionale di cacao, fagioli, riso, ma anche carbone rappresentano le ferite nell'economia globale. Si prosegue per via Senato dove all'Archivio di Stato debutta Kohler, con un'installazione dedicata all'«esperienza del lusso». Si può parlare con lo specchio per «scrivere» virtualmente la lista della spesa, l'elenco delle cose da fare, i promemoria della giornata. Oppure lanciare messaggi vocali alla doccia perché si setti sulle impostazioni personalizzate: si possono regolare intensità e tipologia del getto, colore delle luci, temperatura e durata. Ogni membro della famiglia può memorizzare e proprie preferenze sotto il suo nome. La tecnologia e il lusso vanno di pari passo con le tecniche costruttive utilizzate: lavandini di marmo piegati e intarsiati a mano («Kensho»), rubinetti realizzati con stampanti 3D («Parallele») e piastrelle di ceramica ricavata da materiali di recupero («Kohler WasteLab»).

Ricrea armonie e suggestioni che arrivano dall'antico Oriente Roberto Bellantoni, che ha voluto riproporre i ricordi e le suggestioni dei suoi viaggi nell'appartamento - studio di via Senato 18. Nel cortile minimal del Senato Hotel si può ammirare l'installazione floreale di Rosalba Piccinni «Noi. Ora», passando per «Art point» un sito che punta ad arredare le case, soprattutto dei giovani, con opere d'arte a prezzi economici. Come? Si tratta di vere e proprie opere d'arte della Galleria di Silvano Lodi, stampate su carta o tela.

Settecento mattoncini di bio-plastica e legno, stampati in 3D, fanno bella mostra di sè nella corte di Palazzo Isimbardi: è l'installazione «Conifera» dell'architetto Arthur Mamou-Mani per COS. Una piramide del XXI secolo realizzata con moduli in legno e bio-plastica per arrivare a stampe in bio-plastica pura nel giardino. Ogni mattoncino è stato stampato, utilizzando materiali compostabili, a creare una sorta di reticolo, ottimizzando l'uso della materia per consentire alla luce di diffondersi in tutta la struttura.

Analizza l'evoluzione dello spazio lavorativo la mostra che «Elle Decor» ha allestito a Palazzo Bovara, in corso Venezia 51. Lo studio della relazione tra analogico e digitale si espande anche in casa e in ufficio.

Gli ambienti dedicati al coworking ampi e flessibili, come le foglie delle piante che li separano, si alternano a spazi isolati: piccoli loculi dove adagiarsi su morbidi cuscini e dimenticarsi dell'esterno, con il semplice ausilio di un tablet e di cuffie. Al contrario la pausa caffè non si consuma più in maniera anonima e veloce davanti a una macchinetta, ma al bancone del bar, dove ordinare miscele su richiesta.

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