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Il grande scienziato-sindaco che sognò la città degli studi

Un libro celebra il pioniere della ginecologia cento anni dopo la fondazione del polo universitario. Fu umanista e politico

Cent'anni esatti fa, il 6 novembre 1915, un parterre di tutto rispetto affollava il sobborgo di Cascine Doppie, al margine orientale della città, «nella distesa dei prati di Lambrate»: c'erano il presidente del Consiglio Antonio Salandra, il sindaco Emilio Caldara, il cardinale Andrea Carlo Ferrari e il senatore Luigi Mangiagalli, grande protagonista della Milano dell'epoca.

L'occasione era l'avvio dei lavori per la futura Città Studi, che fra interruzioni e ripartenze si sarebbero conclusi solo dodici anni più tardi: l'area coinvolta si estendeva da piazza Leonardo all'attuale via Pacini. Fu lo stesso Mangiagalli a posare la prima pietra del suo sogno più ambizioso: creare una cittadella della cultura in cui superare la tradizionale contrapposizione fra discipline scientifiche e saperi umanistici.

Il progetto prevedeva nove padiglioni a due piani per il Politecnico più due lotti per la Scuola di Agricoltura, gli Istituti Clinici di Perfezionamento e la Scuola di Veterinaria, oltre all'Orto botanico, l'Accademia di Belle arti e l' Accademia Scientifico letteraria, l'istituzione più autorevole in città in ambito umanistico, poi assorbita dall'Università degli Studi. Fra le iniziative per ricordare la figura e l'opera di Mangiagalli, a 100 anni dalla fondazione di Città Studi e a 90 da quella della Statale, di cui fu primo Magnifico Rettore, c'è il bel libro «Luigi Mangiagalli. Impressioni di viaggio e discorsi», a cura di Luca Clerici (Skira, 272 pagine, 35 euro). Attivissimo pioniere della ginecologia ma anche fine umanista e abile politico a livello cittadino (fu sindaco dal 1922 al '26) e nazionale (una legislatura da deputato e sei in Senato), si meritò ben presto l'epiteto di «uomo senza requie», che fotografava perfettamente il suo spirito di servizio e la sua straordinaria, quasi famelica dedizione al lavoro.

Era anche un grande comunicatore «ante litteram» e un oratore affascinante: per questo il libro, molto più che una semplice biografia, raccoglie alcuni dei suoi scritti e discorsi più significativi, da cui emerge un'idea di cultura a tutto tondo, democratica e moderna, intrisa di grande sensibilità verso le giovani generazioni. Parole accolte, secondo le appassionate cronache dell'epoca, da apprezzamenti unanimi e, strano a dirsi, bipartisan. Poi ci sono i viaggi, all'inizio e alla fine del volume: si parte con un Mangiagalli giovanissimo che gira la Germania per formarsi e documentarsi sulle pratiche più all'avanguardia nelle cliniche ginecologiche tedesche, si chiude in Sudamerica, con l'ultimo viaggio negli anni Venti. Intanto, sempre nell'ambito delle attività celebrative, il 9 novembre, in via Festa del Perdono, la rinnovata Aula Magna della Statale sarà dedicata proprio a Mangiagalli, fondatore dell'Ateneo.

Per l'occasione è anche prevista la tavola

rotonda intitolata «La grande Milano: 10 idee per 100 anni», con dieci importanti rappresentanti di Milano e delle sue istituzioni, fra cui i due rettori Gianluca Vago (Università degli Studi) e Giovanni Azzone (Politecnico).

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