La grillina che soffre, lascia e si scusa

La candidata in lacrime davanti agli attivisti: «Non fa per me»

Alberto Giannoni Patrizia Bedori molla. Non dà la colpa agli altri e ammette: «Non ce la posso fare».Era nell'aria da tempo e ieri la decisione è diventata ufficiale. La candidata sindaco dei 5 stelle ha gettato la spugna, dimettendosi dalla campagna elettorale. Un addio mai visto in questi termini, con un risvolto anche drammatico. Voci su un possibile ritiro erano circolate anche a gennaio ma è negli ultimi due giorni che la situazione è precipitata. La candidata prima ha comunicato agli attivisti la sua decisione. Ha accettato di congelarla per 24 ore e ieri, nel corso di una nuova riunione, è arrivato il passo indietro definitivo. La consigliera di zona ha detto di voler fare «un passo di lato» e ha assicurato che intende comunque essere in lista, sarà «sicuramente in lista. Ma sono state le sue parole a colpire. I grillini hanno inaugurato (o portato alle estreme conseguenze) uno stile (anti) politico, fatto di aggressività, spirito polemico, eccessi, turpiloquio. Non si sono fatti mancare niente nel rapporto con gli avversari e nella discussione interna. E hanno sfoderato un personale politico spesso naif e palesemente inadeguato. Non passa inosservata, dunque, una «grillina» che in lacrime dice: «Non ce la posso fare a livello umano. Ho capito che non sono tagliata a fare questo. Nessuno me lo ha chiesto, è una mia decisione». Certo, un certo manierismo non è mancato: «È colpa dei mass media se sono ferita - ha detto anche Bedori - Non sono una politica con la faccia di tolla. La macchina del fango è partita subito». Ma era evidente che il centro del discorso non era questo. Piuttosto la presa di coscienza delle propria incapacità di gestire tutto quello la politica, e le elezioni, comportano, pressione mediatica compresa: «Io soffro ogni volta che ho a che fare con un'intervista - avrebbe detto commossa Bedori - soffro ad andare in tv e questo è il lato che non amo.

Per anni ho lavorato con le associazioni e questo è il mio ruolo, ognuno deve capire come fare bene nel movimento e io ho capito che non sono fatta per fare questo».Qualcuno, giustamente chiede: «Ma non poteva immaginarselo, quando si è candidata?». Forse sì, ma adesso onore delle armi alla «grillina» che non grida al complotto e dice: «Scusate, non fa per me».

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