Gruppo regionale per Toti? La frenata: «Ora riflettiamo»

Nella pattuglia dei consiglieri cresce lo scetticismo Domani Forza Italia alle Stelline. E c'è anche Rizzi

(...) che dunque punta molto sul territorio. «Stanno nascendo gruppi in varie Regioni» ha detto, citando anche la Lombardia. Giovandosi dell'esperienza anche locale di Paolo Romani, che di Fi è stato anche coordinatore regionale, Toti ha dunque accelerato. Si guarda al Pirellone come a una postazione importante. Per qualche consigliere lombardo è il momento delle scelte, e l'orizzonte di queste scelte è il mese di settembre. Nell'ipotesi di un partito dei governatori si era parlato di un coinvolgimento anche del consigliere Giacomo Cosentino (lista Fontana) ma questa possibilità ora è esclusa. Ma altri stanno riflettendo. Nel gruppo azzurro, la pattuglia dei potenziali «totiani» si è già manifestata a fine giugno all'assemblea di villa Torretta a Sesto. Quello che la guida, l'assessore alla Sanità Giulio Gallera, sembra anche uno dei più propensi a muoversi. Deciso anche Federico Romani. Ci sta pensando anche la bresciana Simona Tironi, mentre per il bergamasco Paolo Franco l'addio al gruppo di Fi, dopo le dimissioni dalle cariche di partito, sembra cosa fatta. Più sfumata la posizione del presidente del consiglio regionale, il comasco Alessandro Fermi. Riflessione in corso anche per il lecchese Mauro Piazza. Ciascuno di loro sa che uscire da un partito non è una scelta facile, anche umanamente. Ciascuno si sta confrontando con gli eletti nei Comuni, o nelle Province. O nel caso di Milano nelle Zone.

A Milano molto legato a Gallera è il consigliere comunale Alessandro De Chirico. Anche il presidente di Zona 9, Giuseppe Lardieri fa riferimento a quest'area, ma la sua posizione istituzionale lo induce a valutazioni diverse. Anche il capogruppo in Zona 3, Marco Cagnolati, probabilmente, nutre dubbi sul fatto che l'uscita da Fi sia l'unica soluzione percorribile.

Ogni consigliere regionale sta ragionando con i suoi amici politici, mettendo in conto di perdere qualcuno per strada in ogni caso. Ciò che appare assodato, oggi, è che la pattuglia dei totiani si muoverà all'unisono: o tutti o nessuno, insomma. Anche perché un gruppo ridotto a 3 o 4 o anche a 5 soli consiglieri difficilmente potrebbe esprimere una forza necessaria per incidere davvero e per pesare allo stesso modo anche nella giunta.

O tutti o nessuno dunque. Anzi, o quasi tutti o nessuno. La soglia minima per fare il salto è di sei consiglieri. Fra i promotori di Sesto, infatti, non aderirà sicuramente a «Cambiamo» il sottosegretario Alan Rizzi, che domani sarà alle Stelline per l'evento organizzato da Fi (ci sarà anche il governatore piemontese Alberto Cirio). Rizzi ha sempre mostrato scarsa fiducia in Toti e dichiara di credere in un centrodestra «unito e fedele alla sua storia, che non ammicchi a confusi progetti centristi». Il tutto dipenderà ovviamente anche dall'esito dei rapporti, oggi ancora «ballerini», fra Lega e Fi. E un chiarimento potrebbe fermare parte degli umori che oggi favoriscono questi movimenti «in uscita».

Intanto sono decisamente nel partito gli assessori Fabrizio Sala, Alessandro Mattinzoli e Melania Rizzoli, e in Consiglio il capogruppo Gianluca Comazzi e i consiglieri Gabriele Barucco, Claudia Carzieri, Marco Alparone, Paola Romeo, Ruggero Invernizzi, Angelo Palumbo e Fabio Altitonante.

Alberto Giannoni

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