Cronaca locale

È guerra tra artisti di strada: "Il regolamento va rivisto"

I ritrattisti e mestieranti storici non trovano più spazi «Favorire chi ha un diploma come a Roma o Venezia»

È guerra tra artisti di strada: "Il regolamento va rivisto"

Musicisti, tatuatori, ballerini versus ritrattisti, pittori, scultori. É una guerra che dura da almeno cinque anni e si inasprisce specialmente durante le feste, quando la città - come ieri - è invasa da migliaia di non milanesi a caccia di regali. Anche se l'aumento dei turisti dopo Expo ha fatto crescere il business degli artisti di strada. Dal 2013 però gli storici contestano il regolamento varato dall'ex giunta Pisapia, l'occupazione degli spazi è gestita da allora attraverso la piattaforma on line «Stradarte». Mimi, ballerini, musicisti non pagano la Cosap, potrebbero ricevere solo offerte libere, col cappello, ma spesso vendono cd a prezzo fisso e in tre ore possono portare a casa almeno 200 euro. Considerando che spesso allungano lo show ben oltre l'orario a disposizione, gli incassi possono diventare considerevoli. I mestieranti tradizionali - pittori, ritrattisti, cartomanti - pagano l'occupazione del suolo e ormai faticano a trovare spazi liberi. «É un regolamento assurdo, ha aperto le porte a chiunque - contesta Alessandra Pedersoli, diplomata al liceo artistico che da trent'anni fa la scultrice di palloncini nelle vie del centro e lavora accanto al marito Gabriele, ritrattista, conosciuto quando lui frequentava l'Accademia di Brera -. Attraverso la piattaforma chiunque può prenotare una postazione, anche chi balla per hobby, e viene favorita la categoria dei musicisti. Tra l'altro non potrebbero vendere cd ma non ci sono controlli, le cifre che guadagnano in due ore gli artisti storici che pagano la Cosap (circa 250 euro per tre mesi) non le vedo in una giornata intera». Alessandra chiede «prezzi piccoli, da uno a tre euro». Fa presente che ormai si qualificano come pittori anche persone che applicano tatuaggi con l'hennè, tra gl artisti di strada si trovano venditori di borse o prodotti confezionati che hanno poco a che fare con il fai-da-te. E la mestierante storica chiede «più controlli anti abusivismo, ci sono scambi tra ballerini o musicisti, o chi si prenota in piazza San Fedele si sposta tranquillamente lungo corso Vittorio Emanuele per fare più affari». Chiede (non è la prima volta) di essere ascoltata con gli artisti storici in Comune, «vorremmo un regolamento pari a quello di Roma, Firenze o Venezia, dove chi ha titoli di studio in Belle Arti o diplomi al liceo artistico parte già avvantaggiato, con sei punti in più nella prenotazione degli spazi e i mestieranti no hanno una licenza di 90 giorni ma biennale».

Si fa portavoce della richiesta in Comune il vicecapogruppo di Forza Italia Alessandro De Chirico. «Chiederò di riaprire il dibattito sul regolamento per gli artisti di strada, giusto ampliare l'opportunità di esibirsi a tante categorie ma va tutelato chi lo fa di mestiere e chi ha un titolo di studio, creiamo due graduatorie distinte.

E controlli più rigidi contro chi ad esempio produce calamite da frigo o vende cappelli che poco hanno a che fare con l'arte».

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