La «guerra» di Pier senza sponsor e tv: «Oscurato, insisto»

Lo snobbano sperando che rinunci, ma il soldato Majorino dà battaglia «Non sono marginale, leggete i dati»

Alberto GiannoniOscurato, arrabbiato, ma ancora deciso a non mollare. Pierfrancesco Majorino da mesi è candidato alla fascia tricolore, ma lamenta di non ha ancora avuto l'onore di una ribalta televisiva nazionale pari a quella dei suoi avversari. «Un oscuramento politico mediatico allucinante - lo ha chiamato - «perfino nelle foto e nei titoli, dell'articolo sull'ultimo sondaggio».E' chiaro che la partita delle comunali se la vogliono giocare, ciascuno col suo candidato, due pesi massimi come il premier Matteo Renzi e il sindaco uscente Giuliano Pisapia. E un semplice assessore rischia di finire come vaso di coccio fra due vasi di ferro. Comprensibile che siano arrabbiati (e lo si legge su facebook) i suoi sostenitori. E legittimo che sia arrabbiato lui, Majorino, quando rileva che i suoi principali avversari, Giuseppe Sala e Francesca Balzani, saltano da uno studio televisivo all'altro, per spiegare - in sostanza - che non hanno ancora deciso se scendere in campo o meno. Deve aver colpito molto il «povero» esponente della minoranza Pd, per esempio, la conversazione che Sala ha intrattenuto a «Che tempo che fa» con Fabio Fazio e il comico Antonio Albanese. Un bel colpo per un manager considerato serio e stimato, ma giudicato «legnosetto» in quanto a comunicativa. Ed è stata una sorpresa sentire che il suo nome è risuonato in prima serata solo per gentile concessione di Balzani, che lo ha citato una volta come candidato nel corso di una delle due trasmissioni in due giorni che ha avuto la fortuna di collezionare. «Realizzo che mentre ero in una trasmissione ad Antenna 3 a parlare della Prima della Scala - ha scritto - su La 7 una trasmissione con Francesca Balzani mi ignorava totalmente (nel senso che facevano finta che non fossi candidato!)». Ma «i conti suggerirei di farli alla fine». E sui conti, Majorino qualche dispiacere gli avversari potrebbe anche riservarglielo, se è vero che ha gestito un assessorato pesante, e ha alle spalle anni e anni di militanza politica in città, dove è stato segretario cittadino e capogruppo. I sondaggi, in effetti, lo accreditano di un certo peso. E lui non perde occasione di farlo notare: «Da luglio a questa parte - ha scritto - non c'è stato un sondaggio sulle primarie che abbia fotografato come "marginale" la mia posizione, pur essendo stato messo a confronto nei mesi con candidati molto molto diversi (perché passavano mentre io restavo). E non c'è stata praticamente una trasmissione politica nazionale sulle primarie in cui io sia stato invitato» ha sottolineato.

«Avendo fatto sempre politica locale e avendo sempre avuto un rapporto buono o normale con i media milanesi - ha aggiunto - non avevo mai vissuto il tema dell'isolamento informativo sulla mia pelle. Non si smette mai di imparare. Ma neppure di insistere».

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