Guerra in Regione per la direttrice imposta da Roma

Polemica in Regione dopo la nomina di Delia Campanelli che diventa il nuovo direttore dell'Ufficio scolastico regionale. «Non possiamo che esprimere imbarazzo - la reazione dell'assessore all'Istruzione Valentina Aprea - per una scelta del ministro Stefania Giannini operata in solitudine e che non ha considerato l'interlocuzione costruttiva per individuare il profilo del nuovo direttore regionale e garantire in questo modo continuità nelle scelte e leale collaborazione tra i livelli istituzionali». Per Aprea «il metodo scelto dal ministro ha sconfessato il confronto istituzionale con la giunta e il consiglio regionale. La Lombardia è territorio all'avanguardia che merita più rispetto anche nell'espressione di professionalità in sintonia con le specificità territoriali». Più morbida la responsabile nazionale Scuola e Università di Fi Elena Centemero che augura alla Campanelli «un buon lavoro per la scuola lombarda, certi che la sua grande competenza e la sua pluriennale esperienza all'interno dell'amministrazione e nel mondo della scuola, sapranno continuare per la scuola lombarda il percorso di qualità, di eccellenza». Sono «sconcertati per la scelta squisitamente burocratica fatta dal ministro Giannini» i consiglieri Regionali della Lega Silvana Saita e Pietro Foroni.

«L'ennesima imposizione del governo centrale che, trattandoci da territorio coloniale secondo una visione totalmente centralista, nomina ad alti incarichi una persona che non si è mai occupata di scuola, non ha mai lavorato in Lombardia e rappresenta la più marcata espressione della pubblica amministrazione di Roma».

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