Basilio Rizzo, capogruppo di Milano in Comune. É più bravo del mago Otelma.
«Ha visto?».
Aveva indovinato il nome della dg prima che fosse chiuso il bando e ad agosto ci ha anticipato i nomi dei consulenti della comunicazione: Come ha fatto?
«Erano i fedelissimi di Sala in Expo. A questo punto io propongo una sorta di operazione di trasparenza: cambiamo pure il regolamento, scriviamo che il sindaco ha il diritto di scegliere un numero limitato di persone di fiducia per incarichi di diretta responsabilità politica, anche il capo di gabinetto del sindaco. Ma fissiamo quel numero e poi si facciano dei bandi seri».
Non sono stati bandi seri?
«Ho chiesto l'elenco di chi ha partecipato alle selezioni, come sono composte le commissioni perchè dovrebbero essere persone svincolate dalla politica, e non è sempre così. Gli ultimi bandi mi sembrano un'ipocrisia, lo dirò in aula lunedì. E la politica non deve entrare nei ruoli di struttura della macchina comunale. La separazione tra politica e amministrazione è dettata dalla legge, questo nesso non dovrebbe essere sorpassato».
Aveva già contestato la scelta della dg, fondatrice di un circolo Pd e «leopoldina». Si riferisce a questo?
«La politica deve stare fuori da incarichi che dovrebbero essere di garanzia».
Anche candidati non eletti si sono piazzati negli assessorati.
«Da professore cosa dovrei dire ai miei studenti: studia o mettiti al seguito di un partito e farai carriera?».
Magari sono competenti.
«Non metto in dubbio le competenti.
Ma sono i più bravi? E perchè loro passano dai banchi del Consiglio agli uffici e persone altrettanto o più competenti rimangono a spasso? Lo stesso discorso vale per chi salta dal Comune a una società partecipata come se ci fosse un canale parallelo privilegiato della politica. Sono queste corsie preferenziali sul lavoro le cose più odiose per l'opinione pubblica, fanno parlare di casta e di chi cade sempre in piedi».ChiCa
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