«Ho sentito un tuono Il solito temporale? Invece pioveva cenere»

Il racconto di Romana, la donna romena che abitava di fronte a Micaela Masella

Alle nove meno dieci minuti di domenica mattina la piccola Denisa di 13 anni si sveglia di colpo per un tuono. È convinta che stia per scendere l'ennesimo temporale, va alla finestra ma vede una pioggia di polvere e cenere. Si butta di colpo sotto le coperte. Dopo un attimo i vetri esplodono trasformandosi in diecimila proiettili. «In quel momento stavo preparando il caffè. Ero inquieta, perché sentivo un terribile odore di gas, tanto che lo riferii a mio marito» racconta Romana, la madre di Denisa, due dei cinque componenti della famiglia rumena salva per miracolo dal grave incidente di via Brioschi. «Oggi sono andata dalla Madonna» confessa Romana.

Mamma e figlia fino all'altro giorno abitavano esattamente di fronte all'appartamento di Micaela Masella, 43 anni, una delle tre vittime del disastro che ha coinvolto anche le due figlie, gravemente ustionate e ricoverate in ospedale insieme al padre Giuseppe Pellicanò. Insieme alla quarantatreenne se ne sono andati anche i due fidanzati Riccardo Maglianesi e Chiara Magnamassa.

All'improvviso la porta di casa di Micaela si stacca, si appiccica alla porta di Romana che vede entrambe le porte attraversare il salotto di casa sua per andare a sbattere contro la parete opposta. «Una scena terrificante, soprattutto quando sono entrate le due figlie di Micaela con i capelli incendiati dalle fiamme e la pelle mangiata dalle ustioni». Chiedono aiuto alla famiglia di fronte, le ragazzine, di 11 e 7 anni, perché il corpo della loro madre è volato lontano, nel cortile. Ma nessuno gridava, nessuno piangeva. Ieri Romana insieme alla figlia e alla madre Ligia, 77 anni, era tra i condomini riunitisi alle 15 in via Portoferraio 2, una strada privata dove c'è l'entrata secondaria della palazzina. Aspettavano l'amministratore del condominio per andare a prendersi le cose rimaste.

Sono giovani per la maggior parte e non vogliono parlare. Dicono: «Abbiamo già scritto tutto sul web», portano con sé trolley, hanno i volti segnati. Alcuni ipotizzano che la fuga di gas non sia venuta dal fornello di Riccardo e Chiara che abitavano in un monolocale, ma che sia dovuta a un altro problema. Da dove è uscito il gas? Questo si domandavano ieri gli abitanti di una palazzina costruita dieci anni fa, uno stabile in cui pare sia stata proprio la signora Masella la prima ad entrare e ad aver distribuito le chiavi a chi arrivava poco dopo. In via Portoferraio i proprietari degli appartamenti e gli affittuari discutono. Un difetto di costruzione delle tubature? Una disattenzione dei due fidanzati? «La fuga è partita dal loro locale - racconta una donna - ma l'esplosione è stata nella casa di Micaela».

Nelle strade adiacenti volantini scritti a mano: «Giovedì sera accendiamo una candela su ogni finestra, per non dimenticare le vittime del nostro quartiere». Giovanni che abitava in una casa vicina vent'anni fa e Nicola si stanno dicendo: «Una disgrazia, ma da qualche parte l'errore umano c'è». Per l'esplosione numerosi sono i vetri rotti in tutta la zona, «compresi quelli della casa per gli anziani» fa notare una signora del gruppo.

Dall'associazione genitori Gentilino è stato aperto un conto corrente per offrire solidarietà alle due piccole

ustionate: Iban IT49 O084 4001 6030 0000 0255 985. E questa sera alle 21 nella chiesa dei Santi Quattro Evangelisti ci sarà una veglia di preghiera per i defunti, i nove feriti e tutte le famiglie colpite dall'assurdo incidente.

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