Sergio Arcobelli
La premessa è d'obbligo: Milano vuole tornare nell'élite dell'hockey italiano. Il primo passo, in tal senso, è stato compiuto giovedì scorso, quando l'Hockey Milano Rossoblù, in un comunicato ufficiale, ha annunciato urbi et orbi: «I rossoblu si sono iscritti al campionato Alps Hockey League».
Dopo una stagione che ha visto Milano vincere la seconda coppa Italia di fila e mancare di un soffio le finali dell'Italian Hockey League, la società ha deciso che era ora di salire di un gradino. Da qui l'idea di sbarcare nell'Alps Hockey League, una lega più competitiva, più prestigiosa, dove militano 18 club di tre Paesi diversi, ovvero Italia (9 squadre), Austria (7) e Slovenia (2). Ma, cosa più importante, permetterà alla formazione medeghina di concorrere per l'85° Scudetto. Si parlava di ritorno all'élite. Ecco spiegato il motivo. Certo è che sotto la Madonnina non è proprio tutto rose e fiori. Perché l'hockey sul ghiaccio vive oggi un momento di grave difficoltà, tra poca visibilità mediatica, sponsor che lasciano e carenza di impianti all'avanguardia. Perché Milano, che ha una lunghissima tradizione alle spalle costellata di scudetti (32 in tutto, l'ultimo vinto dai Vipers nel 2006) con ben 11 squadre diverse, soltanto tre anni fa è stata costretta, per motivi economici, all'autoretrocessione in B. Con queste premesse, certo non è facile.
Eppure, al termine di una serie di riunioni interne e con partner e sponsor, la società ha maturato la decisione di iscrivere i rossoblù all'Alps, la cui ammissione è stata resa possibile anche dalla disponibilità del PalaAgorà, l'attuale casa dell'Hockey meneghino.
Il presidente del club Fabio Cambiaghi ha confidato: «Milano è una piazza che ha bisogno di tanti stimoli. Abbiamo deciso di fare un salto di categoria, riportando a Milano le vecchie sfide con le ex squadre di serie A. Entriamo nell'Alps in punta di piedi, senza presunzione di costruire una squadra da titolo. Intanto proviamo ad entrare, vediamo se la città risponde allo stimolo». Che poi, il monito è rivolto soprattutto alle istituzioni: «Milano torna nell'élite, mi aspetto vicinanza da parte di Comune e Regione, che ci diano la possibilità di interloquire con l'imprenditoria lombarda, milanese». Insomma, serve un maggiore sostegno economico e un palazzetto pieno e in regola.
«Dal punto di vista economico dice Cambiaghi è una scommessa. Ci piacerebbe avere più visibilità, più spazio sulle testate, sui social, così da poter attrarre capitali e aziende e riuscire a vendere, nel modo migliore, il prodotto hockey. L'Agorà? Il Comune ha emesso un bando che scade il 21 maggio, che prevede l'ammodernamento del palazzetto.
Con l'attuale gestore stiamo provvedendo a far sì che l'Agorà continui ad essere la casa dell'hockey, un luogo per le famiglie, vivibile, bello. Il rapporto con il gestore è ottimo, vediamo cosa produrrà». Oggi il primo passo, ma domani cosa succederà? Ai posteri l'ardua sentenza.
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