I balli plastici di Depero rivivono all'Auditorium

I balli plastici di Depero rivivono all'Auditorium

L'ultima perla della stagione «Made in Italy», che raccoglie gli appuntamenti per i concerti la domenica mattina alle 11 dell'orchestra Verdi, è forse la più preziosa: Giuseppe Grazioli, Maestro dell'Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi, è uno dei massimi esperti italiani di musica del Novecento. Si è personalmente occupato di ritrovare le rare immagini video che scorreranno durante il concerto di oggi: mentre la Verdi eseguirà, diretta da Grazioli, le musiche che accompagnarono lo spettacolo «Balli Plastici» di Fortunato Depero, sullo schermo posizionato dietro all'Orchestra si vedranno le immagini delle marionette ideate dall'artista futurista trentino. Sarà eseguita un'intera antologia delle musiche che accompagnarono i Balli Plastici di Depero, ovvero brani di Casella (Pupazzetti), Berners (L'uomo dai baffi), Malpiero (Selvaggi), e altri: il ballerino è sostituito da un burattino dalle sembianze meccaniche. Il fascino per il moderno, per lo sviluppo, per l'ingegneria che conquistò il Novecento arrivava fino all'arte: decadeva l'importanza della grazia e del movimento armonioso del corpo nella danza, musica e azione diventavano aritificiali. Oggi alla Verdi si potrà avere una riproposizione visiva e sonora di quella che fu la concezione futurista di melodia e movimento in scena, dati non da strumenti ma da rumori e non da uomini ma da marionette. Quella di Depero fu una delle prime sperimentazioni di teatro d'avanguardia, di spettacolo performativo, nonché un inizio della commistione fra le diverse arti che oggi è frequente: mentre quasi contemporaneamente si sviluppava la scuola del Bauhaus in Germania e in Russia si affermava la scuola si Stanislavskij, Depero sostituiva gli attori con dei pupazzi e il movimento diveniva meccanica, alludendo così all'importanza della concezione che il Futurismo dedicava alla macchina, alla tecnologia e al controllo dell'uomo sulla scienza e lo sviluppo. I pupazzi furono realizzati nel 1918 per lo spettacolo che andò in scena a Roma nel Teatro dei Piccoli in Palazzo Odescalchi dove fu replicato per undici volte riscuotendo un clamoroso successo anche grazie allo spazio, creato dal mago dei burattini Vittorio Podrecca.

Il lavoro costituì un importante esempio di spettacolo contemporaneo, anche se allora venne spontaneamente accolto più come una forma di teatro leggero, e ciò è dimostrato anche dal fatto che la stampa dell'epoca non ne parlò.

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