Hanno presentato esposti alla polizia locale e all'Asl. Hanno scritto lettere al sindaco, al vicesindaco, all'assessore comunale alla Sicurezza. L'ultima, del 6 agosto (prima che anche in quel quartiere la movida concedesse una tregua per le ferie) l'hanno inviata anche all'assessore provinciale alla Sicurezza, Stefano Bolognini, che l'ha girata al comandante dei vigili. A Palazzo Marino insomma dovrebbero conoscerlo il disagio dei residenti di via Casati, in quella zona tra corso Venezia e Buenos Aires che negli ultimi anni è diventato un nuovo punto di riferimento per il popolo della notte. Tantissimi anche i locali etnici. D'estate i frequentatori di ogni nazionalità si riversano sui marciapiedi a bere drink, ballare, chiacchierare fino a notte fonda. E fanno musica a tutto volume fino alle 4 del mattina alcuni locali di via Colico, non bastano le proteste e le chiamate continue dei condomini al centralino dei vigili. «Il quartiere - si sfoga una residente - è in mano a questa gente che spadroneggia, che la legge permetta l'apertura ad oltranza dei locali va bene, ma esiste ancora il reato di disturbo della quieta pubblica a Milano? Ad una certa ora, diciamo dopo le due, anche i residenti hanno il diritto di riposare, soprattutto nei giorni feriali perchè diventa dura la mattina alzarsi per andare al lavoro».
E invece la dice lunga che nelle lettere di protesta facciano l'elenco dettagliato degli orari in cui il tal locale ha chiuso, l'altro ha continuato a fare musica a alle 4.30 e gli schiamazzi sono continuati anche dopo, riferiscono la scenza in cui, finalmente, una mattina è arrivata una volante perchè un gruppo di eritrei ubriachi aveva scatenato una rissa. I vigili? «Non pervenuti in questa zona, dopo vari solleciti una notte è passata una pattuglia davanti a un locale dove la gente sui marciapiedi faceva schiamazzi, gli agenti hanno fatto cenno con la mano di fare silenzio, se ne sono andati e dopo qualche minuto la musica dal locale è ricominciata fino alle 4 del mattino e gli schiamazzi pure». Un disagio aggiuntivo, anche se forse è il meno grave per i residenti, il «furto» di posti sulle strisce gialle, invase regolarmente da chi frequenta i locali del quartiere.
Le famiglie che vivono nei condomini che si affacciano su via Colico e via Tadino guarda con una certa invidia ai residenti di altre zone della movida come l'Arco della Pace o i Navigli dove pure continuano a lamentarsi, ma intanto hanno ottenuto dal Comune delle ordinanze che contengono la musica all'esterno dei locali e gli orari di apertura e chiusura. Qui vige ancora la deregulation.
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