Coronavirus

"I contagi stanno scendendo. Ma a marzo ne saremo fuori"

L'epidemiologo della Statale: "Alla fine sarà infetta la metà dei lombardi. Anche con Omicron si sta male"

"I contagi stanno scendendo. Ma a marzo ne saremo fuori"

Carlo La Vecchia, docente di Statistica medica all'Università Statale, in che fase siamo della curva epidemiologica? Abbiamo superato il picco?

«La Lombardia sta scendendo, contrariamente all'Italia: nell'ultima settimana i contagi sono calati del 18 per cento. Siccome i ricoveri arrivano quindici giorni dopo il contagio, per altre due settimane avremo ancora un aumento dei ricoveri, saliti del 16 per cento rispetto a settimana scorsa. Nell'arco di febbraio la curva tenderà a livellarsi, per arrivare a marzo con pochi casi».

Qualche giorno fa si era parlato di una possibile seconda Omicron, in parte smentita. Cosa ci aspetta?

«Dopo questa Omicron per un periodo abbastanza lungo ci sarà immunità, dal momento che ha colpito una così larga fetta della popolazione, nel lungo periodo non lo sappiamo»

E nel breve periodo?

«Non sappiamo se ci sarà ancora Delta, ma Delta è sensibile ai vaccini. Il nostro problema è che a oggi abbiamo coperto con la terza dose solo due terzi della popolazione quindi c'è una grossa fetta dei lombardi ancora «suscettibile» tra cui circola Delta. Oltre ai non vaccinati, che sono pochi, c'è anche chi ha fatto da molto tempo la seconda dose e quindi non è coperto. Arrivati alla primavera è abbastanza probabile che avremo un intervallo nei quale preparare eventuali nuovi vaccini».

Solo il 65 per cento ha avuto la terza dose: c'è ancora resistenza?

«Sì, ed è stata purtroppo più accentuata negli anziani e negli adulti. Il problema della terza dose è che da un lato è stata aperta presto a tutti, mentre i giovani avrebbero potuto aspettare, e solo recentemente si è deciso di dare priorità agli over 50. In sostanza gli anziani non avevano capito che era importante farla, e non gliel'abbiamo fatto capire.

Tra chi ha avuto Omicron e chi si è vaccinato arriveremo all'immunità di popolazione?

«Alla fine più della metà dei lombardi saranno stati contagiati da Omicron: chi se la deve fare, la fa, anche se è vaccinato. Omicron è un'altra malattia cioè è un virus così modificato che non c'entra nulla con Delta. Omicron finirà da sola, dopo aver colpito chi doveva. Potrebbe restare un sottofondo di altre varianti del virus su cui però i vaccini sono efficaci (e abbiamo coperto oltre il 90 per cento dei cittadini).

Ci sono delle caratteristiche per cui persone vaccinate vengono comunque contagiate?

«C'è una componente di caso, ci sono i comportamenti personali e senza dubbio qualcosa di individuale che può essere genetico o immunologico. Alla fine l'idea che sarà colpita la metà dei lombardi è ragionevole».

Adesso sembra che tutta la Lombardia sia positiva o in quarantena.

«Sono mezzo milione i positivi ufficiali, un milione quelli effettivi, quindi un decimo della Lombardia. Ma i dati sono molto amplificati dalla quarantena. A gennaio un normale picco di influenza, se grave, arriva a colpire il 5 per cento della popolazione, qui siamo al doppio, ma noi percepiamo le quarantene e l'effetto di lunga durata dell'isolamento e delle malattie lievi perché con un'influenza normale si sta a casa due giorni, qui invece anche chi guarisce sta a casa quindici giorni».

Si potrebbe fare qualcosa per alleggerire le regole per i contatti? Il fatto di aver «ufficializzato» i tamponi rapidi è rischioso per i risultati «falsi»?

«È pericoloso ma è un compromesso tra correre qualche rischio e non tenere la gente a casa per molto tempo. È ragionevole».

Si potrebbe alleggerire ulteriormente la quarantena? Il professor Zuccotti sostiene che si dovrebbero abolire le quarantene per i bambini.

«Per quanto riguarda i bambini è vero perché raramente sviluppano malattie gravi. Il discorso è che contenendo le malattie dei bambini si contiene anche il diffondersi della malattia per gli adulti».

Che sono vaccinati...

«Omicron non viene fermata dai vaccini e può dare malattie molto fastidiose nell'adulto, portando anziani fragili a uno scompenso tale da rischiare la vita. Si può aprire ancora un po' ma con il carico sugli ospedali che abbiamo in Lombardia (più del 35 per cento dei ricoveri Covid) credo che le misure prese siano ragionevoli».

Eliminare qualche tampone potrebbe presentare la Lombardia con meno positivi, e con il conteggio scorporato dei ricoveri si potrebbe dare un quadro meno grave della situazione.

«È più facile dirlo che farlo: è ovvio che un ragazzo che si sloga la caviglia e sta benissimo, magari viene trovato positivo, ma se si prende la maggior parte dei ricoverati per Covid, in genere molto anziani e con altre patologie, quindi a rischio, questa distinzione diventa impossibile».

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