Coronavirus

"I corsi di recupero funzionano. Ma la scuola resta una bomba"

Garroni, preside al liceo Virgilio: "Siamo attenti, ma un solo caso positivo manderà in quarantena allievi e prof"

"I corsi di recupero funzionano. Ma la scuola resta una bomba"

Se potesse, a tutti i suoi ragazzi - 1860 studenti suddivisi tra otto classi liceali e due plessi, questo di piazza Ascoli e l'altro in via Pisacane, a cui sono abbinate altrettante scuole Medie - consiglierebbe il libro del giornalista americano David Quammen, edito da Adelphi Spillover. L'evoluzione delle pandemie. Detto questo ieri all'ingresso al primo piano, nell'anticamera della presidenza, al liceo «Virgilio», la comunicazione con i suoi collaboratori (tema: i corsi di recupero) è stata di quelle essenziali ed efficaci, senza lungaggini o divagazioni. Domanda del preside: «Come va?», risposta «Va, va», contro risposta del preside: «L'importante è che vada».

Ci si accontenta di poco in tempi come questi a scuola. L'importante è però che quel poco, tra limitazioni e regole da seguire pedissequamente - funzioni come un orologio svizzero. Lo sa bene Roberto Garroni, 61 anni, dal 2017 dirigente scolastico al «Virgilio», 78 classi, 160 docenti (più i supplenti), una quarantina di impiegati tra il personale della segreteria e i bidelli. In quella che lui chiama «una piccola città» niente è stato lasciato al caso. «Qui in piazza Ascoli abbiamo 32 classi - ci spiega -. Così sono state individuate 16 aule in cui ci stanno al massimo 26 allievi, tenendo conto delle regole del distanziamento. In ciascuna aula abbiniamo due classi: una è presente fisicamente - ad esempio il lunedì, il mercoledì e il venerdì - l'altra, in contemporanea, fa lezione online. La settimana successiva i ragazzi si alternano: chi era a casa viene qui e viceversa».

Questo, secondo il preside Garroni, offre diversi vantaggi. «Intanto - confessa - si evita quello che in teoria funziona, ma in realtà a mio parere si rivela una vera e propria follia didattica: avere, che so, venti ragazzi presenti e sei online. Inoltre tutte le classi hanno metà monte ore di presenza, cioè da fare tutti insieme: verifiche, interrogazioni, lezioni».

In realtà il liceo Virgilio ha un orario normalissimo. Un esempio? Un docente entra in classe, alla prima ora, fa la sua lezione alla classe presente. Seconda ora, la classe non c'è, è online: il prof entra nell'aula vuota, si collega (nell'istituto hanno potenziato il wi-fi, le antenne, etc e la lezione virtuale dura 45 minuti) e tiene la sua lezione online. E così via di seguito.

«Metà della popolazione scolastica è sempre presente a tutti gli effetti così la scuola non è vuota (una scuola non dovrebbe mai esserlo) ma con tre ingressi e tutte le precauzioni necessarie, tutto è più gestibile - fa notare ancora Garroni -. Abbiamo eliminato le macchinette dei distributori almeno fino a fine dicembre, poi vediamo cosa succede. I ragazzi si portano l'acqua da casa, le mascherine pure - anche se noi ne abbiamo scorte infinite -, ci sono piantane con il gel ovunque, abbiamo comprato i termo scanner perché se è vero che allo stato attuale la temperatura è obbligo della famiglia, chissà che le cose non cambino..».

Martedì primo settembre, sul sito online del liceo (www.liceovirgiliomilano.edu.it) è uscito un vademecum, ovvero la prima informativa ai genitori per mostrare come dovrebbe funzionare, con tutte le regole essenziali, l'anno scolastico 2020/2021. Mentre con il Rssp, ovvero il Responsabile servizio prevenzione e protezione (ogni scuola in questo periodo deve averne uno, rigorosamente esterno alla scuola, in questo caso si tratta di un architetto «molto pignolo e che finora ha approvato che ha approvato tutto quello che gli ho detto» sottolinea il preside Garroni) il liceo Virgilio ha realizzato un protocollo di rientro a scuola molto complesso, lungo ben 13 pagine.

«Sono preoccupato ma non per il Virgilio - conclude il preside -. Purtroppo dal punto di vista del contagio tutte le scuola sono vere e proprie bombe. Il rischio è che qui - e altrove - in capo a una settimana, ci sia qualche caso positivo di Covid-19. Allora bisognerà mettere in quarantena la classe, i professori...

Inoltre temo che poiché non è possibile chiudere ancora Elementari e Medie - l'impatto sulle famiglie sarebbe pazzesco - per scaricare il numero delle persone in giro, ogni tanto saranno i licei a dover chiudere».

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