Stefano Damian, titolare dei saloni di parrucchiere ed estetica «Damian hair» in viale Suzzani e via Pianell. Quanti dipendenti ha e stanno ricevendo sostegni?
«Ho tredici parrucchieri tra i due negozi, più tre estetiste, ma ad oggi nessuno ha ancora ricevuto la cassa integrazione».
I suoi colleghi sono in rivolta, chiedono di aprire prima di inizio giugno, è d'accordo?
«Da questo punto di vista sono un pesce fuori dal gruppo, penso che bisognerà riaprire quando le condizioni saranno ottimali. Ma lavoro bene da undici anni e posso permettermi di rimanere chiuso un mese in più, comprendo e sono vicino alle difficoltà di chi ha fatturato meno o ha aperto l'attività da poco, ha ancora debiti e deve fare i conti con una crisi di queste proporzioni».
Cosa serve?
«Da parte dello Stato ci dovrebbe essere un sostegno a fondo perduto importante per chi ha spese fisse, bollette e affitti da pagare anche durante il lockdown».
E cosa la preoccupa della ripartenza?
«Il decreto è ancora poco chiaro ma mi angoscia come ci faranno lavorare. Al momento l'indicazione è di mantenere il rapporto di un dipendente ogni 40 metri quadri e un solo cliente per dipendente. Nel negozio da 120 metri quadri normalmente nel weekend lavorano in 9, in più ci sono io e le tre estetiste. E sappiamo che nei tempi morti, dopo la posa del colore ad esempio, il parrucchiere intanto si dedica al taglio o alla piega di un'altra cliente. Capisce l'impatto sulle entrate. E siamo già un settore che inquina abbastanza, temo condizioni e costi esagerati».
Ad esempio?
«Prenderò plexiglass per separare i lavaggi, è più sicuro, ma altri stanno prevedendo divisori di plastica eccessivi, e mi sembra uno spreco economico e di plastica assurdo il copriscarpe per i clienti. I costi tra asciugamani usa e getta e altre misure saliranno del 300%. Io usavo da tempo i kimono per i clienti ma ora i soliti fornitori mi dicono che non si trovano già più e costano tre volte tanto».
C'è il rischio i costi ricadano sui clienti?
«Nel mio caso preferisco sostenerli senza aumentare i prezzi, ma è possibile».
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