I costruttori delusi: «Escluse da Expo le aziende lombarde»

I costruttori delusi: «Escluse da Expo le aziende lombarde»

«Expo? Per ora stiamo perdendo, perché le nostre imprese non hanno avuto un ruolo da protagoniste». Gabriele Bisio, presidente dei Giovani imprenditori edili di Assimpredil non nasconde, oggi, la delusione. Quella di un giovane - e dei giovani che rappresenta - che ci avevano contato parecchio sull'appuntamento del 2015: Expo come un volano, forte e trainante, per rilanciare l'economia del territorio milanese. Specie quella legata all'edilizia, con le imprese strozzate dalla crisi. E invece. Invece non solo le imprese nostrane non si sono sedute al tavolo da protagonisti, ma «le infrastrutture nel 2015 non saranno finite» ed «è paradossale non avere neppure un'idea sul dopo Expo». In qualche modo, sprona, «sul territorio ci doveva essere una ricaduta». Pessimismo giovanile o amara realtà? Claudio De Albertis, presidente di Assimprendil, spiega che «Expo ha fatto gare pubbliche per gli appalti dei lavori e disgraziatamente le nostre imprese non hanno vinto. Forse abbiamo perso un po' di competitività» e su questo (lascia intendere) c'è poco da discutere: le gare sono pubbliche, chi non vince resta fuori. Con un «ma». «Abbiamo chiesto che la competizione non si consumi solo sul minor costo ma anche sui controlli». Per questo hanno firmato protocolli di intesa perché sia tenuto sotto stretta sorveglianza chi vince. «Le imprese si devono comportare correttamente», spiega De Albertis. Troppo facile infatti ridurre i costi se poi si usano contratti non di edilizia oppure se si «importano i lavoratori attraverso l'istituto del distacco internazionale». «Ma Expo in questo ci ha seguito e i controlli ci saranno», aggiunge De Albertis. «Expo sarà un successo, tutti stanno cercando di dare il massimo anche se ci sono delle domande alle quali bisogna dare risposta». Quali? «Ad esempio le infrastrutture, le metropolitane M4 e M5 non tutte saranno pronte nel 2015. È vero è un dato negativo ma bisogna anche prendere atto che in questi anni è cambiato il mondo. Si riuscirà ad avere il pacchetto almeno nel 2020?». E poi. «Entro un anno i soci dovranno decidere quale sarà il futuro del sito Expo dopo il 2015». D'altronde è indubbio che «si è perso tempo e che le imprese del territorio non hanno avuto molto spazio anche se lavorano poi indirettamente col subappalto - aggiunge Marco Dettori presidente di Osmi Borsa immobiliare della Camera di Commercio - ma è anche vero che in questa città stanno accadendo molte cose. Sono fiducioso. All'Expo arriveremo con una città migliore anche se adesso ognuno degli operatori si muove senza ottica di sistema».


Ottimisti anche il commissario Expo Giuseppe Sala, il governatore Roberto Maroni e l'assessore Maurizio Del Tenno che ieri hanno fatto visita al cantiere dove già lavorano 800 persone destinate a diventare 3.500 a metà dell'anno prossimo. Ormai ben visibili gli archi del viadotto che collegherà Molino Dorino all'autostrada A8 ed è destinato a diventare uno dei simboli dell'esposizione.

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