Cronaca locale

I due figli e la leggenda di "Compay Segundo"

Oggi al Carroponte l'orchestra che tiene vivo il mito cubano esploso con Wim Wenders

I due figli e la leggenda di "Compay Segundo"

Galeotta fu la cassetta di Ry Cooder. Non fosse stato per una registrazione fatta ascoltare dal chitarrista statunitense a Wim Wendeers, molto probabilmente non avremmo mai sentito parlare di Compay Segundo e della sua allegra e qualificatissima compagnia cantante cubana. Una vera e propria leggenda, ora mantenuta viva dal Gruppo Compay Segundo, l'orchestra che vede in prima fila due dei figli di Compay, Salvador e Basilio, in concerto questa sera al Carroponte di Sesto San Giovanni.

Vent'anni fa, il docufilm del regista di «Il cielo sopra Berlino» sul fenomeno «Buena Vista Social Club» lanciò su scala internazionale questo gruppo di attempati musicisti dediti ai ritmi cubani tradizionali, in voga negli anni Quaranta e Cinquanta, ma poi caduti nel dimenticatoio con l'avvento della rivoluzione castrista, del quale facevano parte oltre a Compay, maestro del «tres» e dell'armonico, chitarra a sette corde di sua invenzione (che sarebbe deceduto nel 2003 alla veneranda età di 95 anni), anche Ibrahim Ferrer, Omara Portuondo, Ruben Gonzalez e il meno attempato Eliades Ochoa.

Con l'avvento del regime di Fidel i club della Cuba di Batista, frequentati dai gringos americani, furono chiusi uno dopo l'altro. Sorte che toccò anche al Club Social Buena Vista di L'Avana. E su tutta quella scena calò l'oblio. Compay Segundo non smise mai di suonare, ma per sopravvivere dovette lavorare in una fabbrica di sigari, sua grande passione. L'album «Buena Vista Social Club», complice uno straordinario passaparola di portata mondiale arrivò a essere venduto in milioni di copie. Di più, a vincere un Grammy e a diventare (oltre che il disco più venduto in ambito world music), persino un documentario candidato all'Oscar.

Prima di morire Francisco Repilado, il vero nome di Compay Segundo, affidò ai due figli Salvador e Basilio l'onore e l'onere di portare avanti la sua musica base di son, chacha cha e bolero, cancion e garacha, per lo più allegra e romantica, anche se talvolta malinconica, che ha reso lui e i suoi terribili vecchietti uno dei prodotti di esportazioni cubani più richiesti, al pari del rum, dei sigari e, a chi piace, del mito della rivoluzione socialista nel Mar dei Caraibi.

Tutt'altra atmosfera latina, invece, domani sera, in zona Assago, nei pressi del Forum, dove si trova la cittadella del Festival Latino-Americano, si esibirà uno dei talenti emergenti della musica latina contemporanea. Stiamo parlando di Robert Rohena Pérez, conosciuto professionalmente come Bryant Myers, 21 anni, è tra i nomi più caldi della scena trap e reggaeton «made in Puerto Rico». Perché sempre più spesso il ritmo dei Caraibi (il reggaeton nasce da una commistione di reggae giamaicano, rap e musica popolare latino-americana) si mescola con l'energia delle danze da strada. A ogni generazione la sua musica latina..

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