Benzinai presi d'assalto Ed è caos con il cashback

La scena è sempre la stessa: una volta arrivato al distributore, il cliente fa rifornimento con cifre irrisorie, di poco superiori all’euro, paga e va via. L’operazione viene ripetuta più volte per ottenere i rimborsi

Benzinai presi d'assalto Ed è caos con il cashback

Sono una settantina i benzinai di Milano e di altre province della Lombardia presi d’assalto dai “furbetti” del cashback. Non c’è pace per i distributori del capoluogo, di Mantova, Cremona e Bergamo diventati terra di conquista per gli “ossessionati” del sistema di spesa ideato dal Governo. La scena è sempre la stessa: una volta arrivato alla pompa di benzina, il cliente fa rifornimento con cifre irrisorie, di poco superiori all’euro, paga e va via. L’operazione viene ripetuta più volte; in un distributore addirittura con la stessa carta sono stati fatti sedici rifornimenti in due giorni. La corsa al cashback colpisce in particolare i benzinai, ma anche altre casse automatiche sono la meta preferita di coloro che approfittano delle falle del sistema.

Il cashback garantisce rimborsi fino a 150 euro e prevede anche un ulteriore bonus sulla base del numero di pagamenti: più sono le transazioni e maggiori sono le possibilità di scalare la classifica del super cashback, che ogni sei mesi regala 1.500 euro a 100mila persone. Non esistono paletti per evitare gli abusi; non è previsto un importo minimo di spesa e non c’è un limite alle operazioni troppo ravvicinate ed ecco che risulta facile approfittarne. Quindi, fatta la legge, trovato l'inganno. Gli italiani sono maestri in questa disciplina e lo dimostrano le numerose micro transazioni fatte apposta per recuperare il 10% dei pagamenti fatti grazie al piano cashback di Stato. Le associazioni di categoria sono sul piede di guerra e si sono lamentate con il Governo, tanto che il ministero dell’Economia ha annunciato delle modifiche al sistema.

“Si deve intervenire al più presto per modificare i parametri – ha detto Paolo Uniti, segretario nazionale della Figisc-Confcommercio al quotidiano Il Giorno – perché in questo modo noi benzinai diventiamo complici incolpevoli di persone che barano, saltano la fila e incassano quelli che di fatto

sono soldi pubblici con azioni che formalmente sono legittime. Per noi il danno, al netto della commissione, è legato al costo della carta per gli scontrini e al rischio che le apparecchiature possano andare in tilt”.

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